Approfondimenti

29.04.2025 - C'è una spia in redazione

29.04.2025 – C’è una spia in redazione

Libertà di stampa e sorveglianza digitale

Giornata internazionale per la libertà di stampa

Lugano, martedì 29 aprile 2025

Auditorium dell’Università della Svizzera italiana — USI, dalle 20.00

Nelle redazioni c’è una spia. Da sempre, i giornalisti sono stati spiati dai governi autoritari e dalle agenzie di intelligence. In questi ultimi dieci anni, la tecnologia non ha fatto che amplificare il fenomeno, che si fa sempre più insidioso.

Senza giornalisti liberi, scandali e corruzione restano invisibili (e impuniti).

Senza informazioni indipendenti, la narrazione pubblica è manipolata da chi detiene il potere.

Come cambia la sorveglianza digitale con l’Intelligenza Artificiale?
Quali sono le strategie delle redazioni per proteggere il loro lavoro?
Quali le protezioni legali e il ruolo dei governi?

Approfondiremo il tema con:

Carola Frediani, esperta a livello internazionale di sorveglianza e cybercrimine, curatrice del sito e della newsletter “Guerre di Rete”. Attualmente lavora nel team infosec di Human Rights Watch.

Philip Di Salvo, ricercatore e docente dell’Università di San Gallo, esperto dei rapporti tra giornalismo, sorveglianza e hacking. Come giornalista scrive dell’impatto sociale della tecnologia per varie testate e
co-organizza DIG Festival.

Modera Anna Bernasconi, giornalista RSI.


Festival Echi Di Storia 2025 - dal 10 al 13 aprile 9

Festival Echi Di Storia 2025 – dal 10 al 13 aprile

Dal 10 al 13 aprile, Lugano ospita una nuova edizione di ECHI DI STORIA, dedicata quest’anno al tema “Margini”. Studiosi ed esperti analizzeranno come persone, movimenti e idee al margine abbiano influenzato la storia più di quanto si creda.

📍 Luogo: Asilo Ciani, viale Carlo Cattaneo 5, 6900 Lugano
📅 Date: 10-13 aprile
🔗 Scopri di più: echidistoria.ch

Un festival per riflettere sul passato con nuove prospettive.


Bozza automatica 3

Settimana cantonale contro il razzismo 2025

Fuori dall’ombra – storie di infanzie nascoste

Lunghe giornate trascorse in solitudine, accompagnati solo dalla paura di fare rumore ed essere intercettati dai vicini o dalla polizia, con conseguenze devastanti per tutta la famiglia. È la quotidianità vissuta per anni da decine di migliaia di bambine e bambini figli di lavoratori stagionali impiegati in Svizzera, tra il 1931 e il 2002, quando lo statuto A, stagionale, venne finalmente abolito. 

Secondo le stime sono circa 50 000 bambini cresciuti come invisibili in Svizzera.

Settimana cantonale contro il razzismo 2025 1

Il rischioso passaggio della frontiera chiusi nel baule dell’automobile, il timore di far scricchiolare il pavimento o di avvicinarsi a una finestra per cogliere momenti di vita fuori, l’impossibilità di andare a scuola o uscire semplicemente a correre e giocare: ricordi comuni al percorso di migliaia di figli di lavoratori stagionali, in gran parte di origine italiana, chiamati a sostenere lo sviluppo economico e infrastrutturale della Svizzera. Ma, come scrisse Max Frisch: “Volevamo braccia, sono arrivati esseri umani” – uomini, donne e bambini. 

Percorsi di vita condensati in Celeste – bambina nascosta, il fumetto scritto da Pierdomenico Burtone e illustrato da Cecilia Bozzoli al centro della mostra proposta in occasione della Settimana cantonale contro il razzismo 2025. Basandosi su esperienze vissute, la mostra composta da tavole, ingrandimenti e disegni originali del fumetto apre gli occhi di grandi e piccoli su una lunga e triste pagina della storia svizzera segnati dalla figura di James Schwarzenbach, promotore dell’omonima iniziativa contro la sovrappopolazione straniera alla fine degli anni ’60.

La mostra, presentata in un allestimento ad hoc nella sala multiuso del Parco Guidino di Paradiso, ci permette di entrare in quelle modeste case in cui il silenzio era d’obbligo, di vivere i sentimenti di bambini resi invisibili e confrontati quotidianamente la privazione di diritti di base, quali quello all’educazione, allo svago e alle cure sanitarie, a causa di politiche e leggi discriminatorie. Una storia del passato che si riflette sulle ingiustizie e le discriminazioni della società attuale, fa riflettere sulla relazione al “diverso” e sugli stereotipi che ancora oggi hanno un forte impatto sulla quotidianità di moltissime persone migranti, in Svizzera e nel mondo.

Settimana cantonale contro il razzismo 2025 5

Insieme alle tavole del fumetto, sarà esposta una selezione di fotografie e testimonianze audio tratte dal progetto di arte urbana Welcome, un abbraccio contro il razzismo (2017), curato da Ricardo Torres e realizzato dall’associazione REC.

Al termine della visita chi lo vorrà potrà condividere le proprie impressioni, i propri ricordi, partecipando a un’opera collettiva che andrà ad arricchire ulteriormente il percorso. 

Crescere da invisibili – Il trauma dell’esclusione ieri e oggi

Sabato 22 marzo 2025, ore 20:30, appuntamento alla Sala Multiuso di Via delle Scuole a Paradiso.

Pierdomenico Burtone e Cecilia Bozzoli, autori di Celeste – bambina nascosta, presenteranno il loro fumetto e il percorso di questo importante lavoro di sensibilizzazione delle giovani generazioni in Svizzera, troppo spesso all’oscuro di questa difficile pagina di storia del paese.

Con Marina Frigerio, psicoterapeuta e psicologa autrice del libro Bambini proibiti. Storie di famiglie italiane in Svizzera tra clandestinità e separazione (2012), si parlerà delle conseguenze psico-sociali dell’esperienza di esclusione ed emarginazione sui bambini nascosti e la società nel suo insieme, ieri e oggi.

Dopo aver vissuto alcuni anni separato dai genitori, stagionali in Svizzera tedesca, e affidato alla nonna Egidio Stigliano venne portato clandestinamente dai genitori in Svizzera da bambino e fu costretto a vivere nascosto. Oggi neuro pedagogo e Console Onorario d’Italia in Liechtenstein, racconta la sua storia per rompere il silenzio, mettendo contemporaneamente in guardia da politiche che, ancora oggi, possono avere conseguenze devastanti sulla vita di bambini e genitori.

Informazioni pratiche

La mostra Celeste – bambina nascosta sarà esposta dal 15 al 30 marzo 2025 nella Sala Multiuso del Parco Guidino, a Paradiso.

La visita alla mostra ha un costo simbolico di 1.- CHF
 (ad eccezione dei residenti del Comune di Paradiso, studenti e studentesse, persone in AVS/AI o persone con difficoltà finanziarie che entrano gratuitamente).

Il Parco Guidino è raggiungibile a piedi dall’autosilo comunale di Via Asilo e dalla stazione FFS di Paradiso, nei dintorni del parco vi sono parcheggi pubblici.

Per le persone a mobilità ridotta è possibile mettere a disposizione un posto auto: si prega di contattare lo 091 923 66 53 per informazioni e dettagli.

Orari di apertura della mostra

  • il giovedì e il venerdì, dalle 14:00 alle 18:00
  • il sabato e la domenica, dalle 10:00 alle 18:00

Per informazioni

Centro per la Prevenzione delle Discriminazioni: 091 923 66 53 oppure ast@acli.ch 





8 Marzo - Giornata Internazionale della Donna con la Comunità Afghana in Ticino 1

8 Marzo – Giornata Internazionale della Donna con la Comunità Afghana in Ticino

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELLE DONNE🌸

vi invitiamo a un momento di riflessione e condivisione organizzato dall’Associazione Comunità Afghana in Ticino @coafgti con la presenza della Fondazione Diritti Umani di Lugano 🤝

Sabato 8 marzo 2025

Ore 18:00
Via V. Vella 4, 6900 Lugano

Vi aspettiamo 💖


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AI DAY: innovazione e filosofia. II Colloquio della Cattedra Rosmini sull'IA

AI DAY: innovazione e filosofia. II Colloquio della Cattedra Rosmini sull’IA

La Cattedra Rosmini dell’Università della Svizzera italiana (USI) invita all’AI DAY 2025, un evento dedicato a esplorare le connessioni tra intelligenza artificiale, filosofia e società.

In un momento storico in cui l’innovazione tecnologica avanza a ritmi incalzanti, questo evento vuole essere un luogo di dialogo tra accademici, professionisti e appassionati per discutere delle implicazioni etiche, filosofiche e sociali dell’IA.

Con un programma ricco di interventi, tavole rotonde e dibattiti, l’AI DAY 2025 sarà l’occasione per interrogarsi su domande cruciali.

29 gennaio 2025 / 09:30 – 18:30

Facoltà di Teologia di Lugano
Aula Multiuso
Teologia
Campus Ovest
via Giuseppe Buffi 13
Lugano

Ore 09.30: Arrivo e registrazione
Welcome Coffee

Ore 09.45: Saluti
Introduzione: Innovazione è speranza? Una conversazione tra tecnologia, filosofia e teologia
Markus Krienke, Direttore della Cattedra Rosmini della FTL (USI)

Ore 10.15
Presentazione e Trailer del docufilm: “Io Salvatore – IA Revolution”
Intervento della regista Francesca Bochicchio (in collegamento), Fondatrice di Checkmate Communication

Ore 10.30-12.30
Sessione d’apertura e dibattito: Lo sguardo al futuro – il mondo nel 2035
Massimiliano Nicolini, Direttore Ricerca e Sviluppo presso Fondazione Olitec
Alessandra Santacroce, Direttrice Relazioni Istituzionali IBM; Italia, e Presidente Fondazione IBM Italia
Alessandro Trivilini, Responsabile del Servizio informatica forense (SIF), Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI
Marco Casu, Responsabile Progetti di Ricerca presso Associazione Futuri Probabili
Marco Eugenio Di Giandomenico, Critico d’arte, Docente di critica d’arte presso UNIMI
Modera: Samuele Tadini, Professore presso la Cattedra Rosmini della FTL (USI)

Pausa Pranzo

Ore 14.00-16.00
Tavola rotonda I e dibattito: Lo sguardo all’uomo – filosofIA
Adriano Fabris, Professore presso l’Università degli studi di Pisa e alla FTL
Riccardo Manzotti, Professore presso l’Università IULM di Milano
Marianna Ganapini (in collegamento), Professoressa presso l’Union College di New York
Antonio Allegra, Professore presso l’Università per Stranieri di Perugia
Modera: Cecilia Brenni, Giornalista

Coffee Break

Ore 16.30-18.30
Tavola rotonda II e dibattito: Lo sguardo alla società – democrazIA
Luca Gambardella, Prorettore dell’USI e Membro dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’IA
Enrico Panai (in collegamento), Professore presso l’EMlyon Business School e l’ISEP a Parigi, e all’Università Cattolica di Milano
Elena Marchiori, Capoprogetto Lugano Living Lab e Docente presso la Facoltà di comunicazione dell’USI
Robert Bregy, Head di Lugano Living Lab e Segretario Comunale della Città di Lugano
Antonio Palmieri, Fondatore e Presidente della Fondazione Pensiero Solido
Alessio Petralli, Direttore della Fondazione Moebius
Modera: Cecilia Brenni, Giornalista

L’entrata è libera.
È gradita la registrazione con un’e-mail a: laura.cianciarelli@usi.ch.


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10.12.2024 - Giornata Internazionale dei Diritti Umani 2

10.12.2024 – Giornata Internazionale dei Diritti Umani

10.12.2024 - Giornata I


Il 9 aprile 2024 entrerà nei libri di storia. Quel giorno, per la prima volta, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) lo ha scritto nero su bianco in una propria sentenza: esiste un legame diretto tra ambiente, diritto alla salute e responsabilità dello Stato, tenuto ad agire efficacemente per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici.

Una sentenza che in Svizzera ha fatto molto discutere, in particolare per la reazione della maggioranza di Parlamento e Consiglio federale, che ha di fatto respinto la sentenza, affermando che le politiche climatiche elvetiche sono in linea con quanto richiesto. Un messaggio pericoloso, che indebolisce il più importante strumento europeo di protezione dei diritti umani e che conferisce legittimità al discorso di chi si oppone a questi fondamentali strumenti di tutela dei diritti della cittadinanza tutta.

Il 9 aprile è soprattutto una vittoria per l’Associazione Anziane per il clima Svizzera che dal 2016 si impegna con convinzione e determinazione per cambiare in meglio la politica climatica svizzera, a protezione della salute delle generazioni anziane e di quelle a venire.


La proiezione del documentario “The Illusion of Abundance”, racconto dell’impegno di tre attiviste per i diritti umani e ambientali latinoamericane, sarà seguita da un incontro, moderato da Isabella Visetti, con:

  • Norma Bargetzi-Horisberger, persona di riferimento per la Svizzera Italiana dell’Associazione Anziane per il clima Svizzera
  • Paolo Bernasconi, Fondazione Diritti Umani

Insieme parleremo del ruolo della società civile, in particolare dell’impegno delle donne di fronte all’impatto della crisi climatica e dello sfruttamento delle risorse naturali e dell’importanza di questa storica sentenza, anche al di fuori dei confini svizzeri.

Il diritto ad un ambiente pulito, sano e sostenibile è stato universalmente riconosciuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022. Amnesty International fa parte di una coalizione che chiede l’adozione di un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea sui Diritti Umani (CEDU) che rafforzi e chiarisca la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla protezione dell’ambiente, incluso il cambiamento climatico.

Il documentario

The Illusion of Abundance
di Erika Gonzalez Ramirez e Matthieu Lietaert | Belgio, 2023, 60 min | VO con sottotitoli in italiano

Tre donne condividono un obiettivo comune: Carolina, Bertha e Maxima conducono la lotta contro i moderni conquistadores. I governi e le aziende, intrappolati in una corsa globale verso la crescita illimitata, hanno bisogno di ottenere le materie prime più economiche. Queste tre donne ci raccontano una storia di instancabile coraggio: come continuare a lottare per proteggere la natura quando la tua vita è a rischio? Quando la repressione della polizia, le molestie aziendali, le ferite o persino le minacce di morte fanno parte della vostra routine quotidiana?

L’Associazione Anziane per il clima Svizzera si è costituita nel 2016 con lo scopo di esigere dal Consiglio federale e dalle autorità federali una correzione della politica climatica svizzera, i cui obiettivi e provvedimenti non bastano a tenere sotto controllo il riscaldamento del pianeta.

Una prima causa è stata intentata nel 2016, in seguito si sono esaurite le istanze giudiziarie svizzere e nel 2023 la causa è stata trattata dalla Grande Camera della Corte Europea dei diritti umani. Il 4 aprile 2024 la Corte EDU ha emesso la sentenza decretando che, non facendo il necessario contro il crescente riscaldamento globale, la Svizzera viola i diritti delle donne più anziane. Concretamente, la Corte ha constatato una violazione dell’articolo 8 (diritto al rispetto della propria vita privata e familiare) e riconosciuto lo status di vittima all’Associazione Anziane per il clima Svizzera.

L’Associazione conta più di 3000 socie ed è sostenuta da Greenpeace Svizzera.

10 dicembre – Giornata internazionale dei diritti umani

Ogni anno, il 10 dicembre, la comunità internazionale celebra la Giornata dei diritti umani. Si commemora quel giorno del 1948 in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvando la Risoluzione 217 A.

Serata organizzata da Amnesty International Svizzera e Fondazione Diritti Umani Lugano

In collaborazione con Film Festival Diritti Umani Lugano


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Campagna contro la violenza sulle donne 2024

Campagna contro la violenza sulle donne 2024

Lugano, 18 novembre 2024 – La Svizzera non è un’isola felice, al sicuro dal fenomeno della violenza di genere. Il tema è più conosciuto e discusso rispetto a qualche anno fa grazie alle campagne di sensibilizzazione promosse da enti pubblici e privati. Questi sforzi importanti non bastano a fermare la violenza: nel 2024 in Svizzera si sono registrati 18 femminicidi; le donne uccise avevano tra i 17 e gli 82 anni (dato aggiornato al 25 ottobre).

In occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Amnesty International, il gruppo DAISI – Donne Amnesty International della Svizzera Italiana – e Fondazione Diritti Umani Lugano aderiscono alla mobilitazione internazionale “16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne” rinnovando il proprio impegno di sensibilizzazione attraverso la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi”. 

Oltre a sensibilizzare sulla realtà di un fenomeno che rimane in gran parte nel segreto delle mura domestiche, le associazioni sottolineano la necessità di rimanere all’erta per poter cogliere gli appelli delle possibili vittime poiché chiunque ha un’alta probabilità di conoscere una donna che vive quotidianamente una forma di violenza di genere, sia essa evidente o nascosta.

Continua a leggere…


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Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’era digitale 2

9 novembre 2024 – Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’era digitale

Quinta Giornata sull’applicazione delle buone pratiche in Ticino
Ticino e Diritti fondamentali

📍 Luogo: Auditorium dell’Università della Svizzera italiana (USI), Lugano
📅 Data: 9 novembre 2024
🕣 Orario: 8.30 – 13.00


Programma

  • 8.30 – Accoglienza
  • 9.00 – Apertura della giornata con i saluti di:
    • Federica De Rossa, Giudice Federale
    • Gabriela Giuria Tasville, Sviluppo Progetti Fondazione Diritti Umani Lugano
  • 9.30Dr.ssa Roberta Ruggiero, Directrice della Children’s Rights Academy – Centre for Children’s Rights Studies, Université de Genève
    Riforme fondamentali nelle politiche e pratiche a garanzia dei diritti dei bambini nel mondo digitale: un’analisi del Commento Generale n. 25 del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia”.
  • 10.00Dr.ssa Myriam Caranzano-Maître, Medico Pediatra, già Presidente ASPI e membro del Council of ISPCAN (www.ispcan.org)
    “Educare nel rispetto dei diritti dei minorenni, ossia senza punizioni corporali né altre forme di violenza”
  • 10.30 – Pausa
  • 10.45Ilaria Masinara, Responsabile campagne Amnesty International Italia
    “Violenza e odio online: contestualizzazione internazionale”
  • 11.15Dr Marco Viola, Università Roma Tre, Roma
    “La diffusione non consensuale di immagini intime”
  • 11.45Tavola rotonda con interventi dal pubblico:
    “Dalla violenza fisica alla violenza digitale”
    Moderatrice: Jenny Covelli, giornalista Corriere del Ticino
    Partecipanti alla tavola rotonda:
    • Giuseppe Laffranchi, Responsabile dell’Ufficio Scuola e Digitale del Centro di Risorse Didattiche e Digitali – DECS
    • Mara Menghetti, collaboratrice Fondazione ASPI
    • Rosalba Morese, Ricercatrice e docente in psicologia e neuroscienze sociali, Università della Svizzera italiana, USI
    • Francesco Lombardo, Presidente Associazione Franca
  • 12.45 – Conclusione e prospettive a cura di Paolo Bernasconi, Prof. Dr. h.c., Fondazione Diritti Umani Lugano

Questo evento rappresenta un’importante opportunità per approfondire e confrontarsi sulle sfide e le responsabilità della tutela dei diritti dei minori nel contesto digitale.


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Anziane per il clima: una dichiarazione insufficiente e ambigua del Consiglio Federale

Anziane per il clima: una dichiarazione insufficiente e ambigua del Consiglio Federale

Fonte: https://www.isdh.ch/it/isdu/attualita/comunicati-stampa/medienmitteilung-klimaseniorinnen-28-08-2024

Friburgo, 28.8.2024. Dopo il Parlamento, anche il Consiglio federale si è pronunciato oggi sulla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) sul caso «Anziane per il clima». La sua dichiarazione riafferma l’appartenenza della Svizzera alla Corte europea dei diritti dell’uomo, senza però riconoscere esplicitamente il carattere vincolante delle sue sentenze. L’istituzione svizzera per i diritti umani (ISDU) è preoccupato del fatto che il Consiglio federale non pianifichi ulteriori misure per proteggere i diritti umani di fronte alla crisi climatica. L’esecuzione della sentenza resta quindi insufficiente, come probabilmente confermerà il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

Nella sua decisione odierna il Consiglio federale riconosce che «la [Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU)] e l’adesione al Consiglio d’Europa (…) sono di grande importanza per la Svizzera». L’ISDU accoglie favorevolmente questa posizione.

Tuttavia, come nella dichiarazione del Parlamento dello scorso giugno, è preoccupante che il carattere vincolante delle sentenze della Corte europea – pur essendo un aspetto fondamentale del sistema di tutela dei diritti umani in Europa – non sia stato esplicitamente confermato.

L’ISDU è preoccupato inoltre della critica del Consiglio federale nei confronti di un’ «interpretazione estensiva della CEDU da parte della Corte europea». Ciò contraddice in parte il sostegno annunciato dal Consiglio federale alla Corte di Strasburgo. La Convenzione è uno strumento vivo: ciò risulta chiaramente dalla giurisprudenza della Corte. È anche una condizione necessaria affinché i diritti umani rispondano efficacemente alle sfide del nostro tempo. Rifiutare questa idea rende quantomeno ambiguo il sostegno del Consiglio federale alla Corte.

Misure insufficienti che potrebbero indebolire la posizione della CEDU

Inoltre, la posizione del Consiglio federale secondo cui «la Svizzera soddisfa i requisiti della sentenza in materia di politica climatica» difficilmente si concilia con il sostegno mostrato alla Corte di Strasburgo. Al contrario, questa affermazione potrebbe nuocere nel prossimo futuro alla posizione della CEDU in Svizzera.

È infatti prevedibile che le misure annunciate non soddisferanno il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’organismo incaricato di garantire l’applicazione delle sentenze della Corte europea da parte degli Stati membri. Probabilmente il Comitato dei Ministri chiederà alla Svizzera ulteriori misure, ad esempio un budget per la CO2.

Misure aggiuntive che saranno prevedibilmente molto impopolari a livello politico. Assumendo impegni minimi per l’attuazione della sentenza, il Consiglio federale esercita un’ulteriore pressione sull’adesione della Svizzera alla CEDU. Rafforza inoltre la posizione degli attori che chiedono di prendere le distanze o addirittura di lasciare la Corte europea dei diritti dell’uomo. 

Stefan Schlegel, direttore dell’Istituzione svizzera per i diritti umani, ha dichiarato: «Nei tempi difficili che ci attendono, invitiamo tutti gli attori politici a mantenere la protezione che la CEDU offre alla popolazione svizzera, indipendentemente dal fatto che siano d’accordo o in disaccordo con la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso «Anziane per il clima». Dalla sua ratifica avvenuta 50 anni fa, la CEDU ha influenzato notevolmente la legislazione e la giurisprudenza svizzera, a cominciare dalla Costituzione. Il suo valore per la tutela quotidiana dei nostri diritti umani è inestimabile. »

Contesto

Il 9 aprile 2024 la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata contro la Svizzera sul caso «Anziane per il clima». Il 5 e il 12 giugno rispettivamente il Consiglio degli Stati e il Consiglio nazionale hanno dichiarato che la Svizzera sta già facendo abbastanza in materia climatica per attuare la sentenza. Adottando questa posizione, l’Assemblea federale ha messo in dubbio il carattere vincolante delle sentenze della Corte europea.

Leggere il comunicato stampa del 12 giugno 2024

In questa occasione il direttore dell’ISDU Stefan Schlegel ha dichiarato: «Il Consiglio federale rappresenta la Svizzera nel Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Tocca ora a lui limitare i danni e riaffermare davanti al Consiglio d’Europa che la Svizzera riconosce effettivamente il carattere vincolante delle sentenze della Corte». È evidente che tale impegno oggi non è stato assunto con la necessaria chiarezza.
A proposito dell’ISDU  

L’istituzione svizzera per i diritti umani (ISDU) è l’istituzione nazionale per i diritti umani in Svizzera. Disciplinato dalla legge federale e basato sui Principi di Parigi, è finanziato dalla Confederazione e dai Cantoni, ma opera in completa indipendenza. La missione dell’ISDU è la protezione e la promozione dei diritti umani in Svizzera. Svolge questo compito attraverso attività di documentazione, ricerca, consulenza e sensibilizzazione. L’ISDU è stato fondato nel 2023 e dispone di un team stipendiato dal 2024.

Leggere il dossier informativo per i media 

Contatti 

Noémi Manco, responsabile della comunicazione (FR, EN, IT)
+41 26 505 44 44
media@isdh.ch

Stefan Schlegel, direttore (DE, FR, EN)
+41 26 505 44 41


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Lettera aperta CEDU 2

Lettera aperta CEDU

Lettera aperta della società civile

Impegno per la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) rafforza i nostri diritti e ci protegge dalle decisioni arbitrarie degli Stati. È la custode della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La stragrande maggioranza della popolazione sostiene questa importante istituzione: nel 2018, l’iniziativa per l’autodeterminazione, che mirava alla CEDU, è stata chiaramente respinta. Oggi, la CEDU è di nuovo sotto attacco – dal Parlamento – a causa di una sentenza che non piace a certi parlamentari. Siamo costernati.

In una lettera aperta, chiediamo al Parlamento e al Consiglio federale di agire responsabilmente.

La lettera aperta

Signore e signori responsabili politici,

Seguiamo con grande preoccupazione il dibattito politico attuale in Svizzera riguardo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

La CEDU è l’istituzione internazionale più importante per la protezione dei diritti umani nel mondo e anche per la Svizzera. L’effetto protettivo di questo organismo giuridico si basa sul fatto che le sentenze della Corte sono vincolanti. La CEDU rafforza i nostri diritti e ci protegge contro l’arbitrio dello Stato.

Oggi, questo sistema di protezione è politicamente attaccato attraverso il nostro Parlamento. Indignati per una decisione della CEDU che non è politicamente gradita a tutti, un numero allarmante di parlamentari si mostra disposto a minare questa importante istituzione di salvaguardia dei diritti umani e, di conseguenza, i diritti dei cittadini svizzeri.

Il messaggio inviato è populista nella sua essenza. Si preoccupa apparentemente della legittimità pubblica della Corte, ma è proprio questa legittimità che viene minata. Coloro che mettono in discussione le decisioni della CEDU invocano la separazione dei poteri, ma la calpestano facendo del Parlamento il tribunale della Corte. Trasformano in tabù ciò che è invece il compito principale della CEDU: essere il custode e l’ispiratore dei nostri diritti umani.

Il fatto che le sentenze della CEDU non piacciano a tutti i politici è insito nel lavoro della Corte: se tutto fosse fatto correttamente in materia di diritti umani nel paese da cui provengono i ricorrenti, non ci sarebbero sentenze. La CEDU non esiste per compiacere i parlamenti e i governi. Esiste affinché i cittadini di questi paesi possano far valere i loro diritti umani in un luogo il più indipendente possibile.

La CEDU non è in conflitto con la democrazia diretta svizzera, anzi. Per vivere insieme in pace, è necessario stabilire regole comuni. È su questa idea che si fonda il nostro paese e che si basa il diritto internazionale. Un quadro in cui i diritti umani sono validi per tutti e possono essere applicati a nuove sfide come il cambiamento climatico è una condizione preliminare per il dibattito vivo e polifonico che è alla base di una sana democrazia.

La polemica attuale indebolisce la Corte e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), di cui essa è custode. Indebolisce i cittadini dei 46 Stati membri della Convenzione. Legittima i movimenti estremisti che si oppongono al quadro internazionale di protezione dei diritti umani e normalizza la loro richiesta di denunciare la CEDU. In un’epoca in cui i diritti umani sono sotto pressione e dovrebbero essere rafforzati, la reazione dei politici fa soprattutto il gioco di coloro che vogliono indebolire questi diritti. Gli autocrati, i politici autoritari e i populisti di tutta Europa si serviranno con gioia della Dichiarazione svizzera contro i diritti umani nella loro sfera di influenza.

Chiediamo quindi al Parlamento e al Consiglio federale di agire responsabilmente. Nel 2018, gli svizzeri hanno chiaramente respinto alle urne, con il 66,2%, l’iniziativa “per l’autodeterminazione”, che era diretta contro la CEDU. La maggioranza della popolazione sostiene questa importante istituzione di salvaguardia dei diritti umani. Desideriamo che i responsabili politici facciano altrettanto.

Organizzazioni associate

Amnesty International Schweiz
Greenpeace
humanrights.ch
Klima-Allianz Schweiz
Fondazione Diritti Umani
Alliance Sud
Brava
Peace Watch Switzerland
Inclusion Handicap
Thinkpact Zukunft
CIEL
Campax
Dialogai
Ligue Suisse des Droits de l'Homme
NGO post Beijing
Ärztinnen und Ärzte für Umweltschutz
Foulards Violets

Primi firmatari

  • Helen Keller (ex giudice svizzero presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo)
  • Tarek Naguib (Coordinatore della Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani)
  • Chiara Simoneschi-Cortesi (ex presidente del Consiglio nazionale – Il Centro)
  • Thomas Cottier (Professore emerito di diritto economico europeo e internazionale, Università di Berna)
  • Stefan Haupt (Regista)
  • Nesa Zimmermann (Professore assistente, Università di Neuchâtel)
  • Guillaume Lammers (Avvocato, docente)
  • Fanny De Weck (Avvocato)
  • Niccolò Raselli (ex giudice)
  • Aurélien Barakat (Avvocato, Presidente della Federazione svizzera delle imprese, Sezione di Ginevra)
  • Fanny Barakat (Copresidente della Federazione romanda dei consumatori, Sezione di Ginevra)
  • Joëlle Fiss (Esperta in diritti umani, Deputata del PLR al Gran Consiglio ginevrino)
  • Philippe Kenel (Avvocato)
  • Cécile Bühlmann (ex consigliere nazionale, ex direttore dell’Organizzazione femminista per la pace, ex vicepresidente della CFR)
  • Remigio Ratti (ex Consigliere nazionale, presidente onorario Coscienza Svizzera)
  • Andrea Huber (Attivista per i diritti umani, consulente politica, ex direttrice della campagna contro “l’iniziativa per l’autodeterminazione”)
  • Paolo Bernasconi (Professore di diritto e avvocato)
  • Mark Balsiger (Direttore del Movimento Courage Civil)
  • Ulrich Gut (Giornalista, Direttore della pubblicazione PolitReflex)
  • Hans-Peter Fricker (ex membro dell’Assemblea costituente di Zugo – PLR)
  • Marianne Aeberhard (Direttrice humanrights.ch)
  • Henry Both (Assistente sociale e co-iniziatore della campagna “Fattore di protezione D”)
  • Julia Meier (Responsabile del lavoro politico Brava)
  • Sylvia Egli von Matt (ex direttrice della Scuola svizzera di giornalismo MAZ)
  • Markus Notter (ex consigliere di Stato, cantone di Zurigo)
  • Rudolf Wyder (Membro del comitato direttivo della Piattaforma Svizzera-Europa)
  • Christoph Siegrist (ex pastore del Grossmünster, Zurigo)
  • Stefanie Trautweiler (Giornalista, responsabile dell’Europe’s Human Rights Watchdog)
  • Jörg Paul Müller (Professore emerito)

La tua organizzazione vorrebbe unirsi a questa lettera?

Invia un messaggio a cedh@operation-libero.ch.


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