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10.12.2024 - Giornata Internazionale dei Diritti Umani 2

10.12.2024 – Giornata Internazionale dei Diritti Umani

10.12.2024 - Giornata I


Il 9 aprile 2024 entrerà nei libri di storia. Quel giorno, per la prima volta, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) lo ha scritto nero su bianco in una propria sentenza: esiste un legame diretto tra ambiente, diritto alla salute e responsabilità dello Stato, tenuto ad agire efficacemente per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici.

Una sentenza che in Svizzera ha fatto molto discutere, in particolare per la reazione della maggioranza di Parlamento e Consiglio federale, che ha di fatto respinto la sentenza, affermando che le politiche climatiche elvetiche sono in linea con quanto richiesto. Un messaggio pericoloso, che indebolisce il più importante strumento europeo di protezione dei diritti umani e che conferisce legittimità al discorso di chi si oppone a questi fondamentali strumenti di tutela dei diritti della cittadinanza tutta.

Il 9 aprile è soprattutto una vittoria per l’Associazione Anziane per il clima Svizzera che dal 2016 si impegna con convinzione e determinazione per cambiare in meglio la politica climatica svizzera, a protezione della salute delle generazioni anziane e di quelle a venire.


La proiezione del documentario “The Illusion of Abundance”, racconto dell’impegno di tre attiviste per i diritti umani e ambientali latinoamericane, sarà seguita da un incontro, moderato da Isabella Visetti, con:

  • Norma Bargetzi-Horisberger, persona di riferimento per la Svizzera Italiana dell’Associazione Anziane per il clima Svizzera
  • Paolo Bernasconi, Fondazione Diritti Umani

Insieme parleremo del ruolo della società civile, in particolare dell’impegno delle donne di fronte all’impatto della crisi climatica e dello sfruttamento delle risorse naturali e dell’importanza di questa storica sentenza, anche al di fuori dei confini svizzeri.

Il diritto ad un ambiente pulito, sano e sostenibile è stato universalmente riconosciuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022. Amnesty International fa parte di una coalizione che chiede l’adozione di un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea sui Diritti Umani (CEDU) che rafforzi e chiarisca la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla protezione dell’ambiente, incluso il cambiamento climatico.

Il documentario

The Illusion of Abundance
di Erika Gonzalez Ramirez e Matthieu Lietaert | Belgio, 2023, 60 min | VO con sottotitoli in italiano

Tre donne condividono un obiettivo comune: Carolina, Bertha e Maxima conducono la lotta contro i moderni conquistadores. I governi e le aziende, intrappolati in una corsa globale verso la crescita illimitata, hanno bisogno di ottenere le materie prime più economiche. Queste tre donne ci raccontano una storia di instancabile coraggio: come continuare a lottare per proteggere la natura quando la tua vita è a rischio? Quando la repressione della polizia, le molestie aziendali, le ferite o persino le minacce di morte fanno parte della vostra routine quotidiana?

L’Associazione Anziane per il clima Svizzera si è costituita nel 2016 con lo scopo di esigere dal Consiglio federale e dalle autorità federali una correzione della politica climatica svizzera, i cui obiettivi e provvedimenti non bastano a tenere sotto controllo il riscaldamento del pianeta.

Una prima causa è stata intentata nel 2016, in seguito si sono esaurite le istanze giudiziarie svizzere e nel 2023 la causa è stata trattata dalla Grande Camera della Corte Europea dei diritti umani. Il 4 aprile 2024 la Corte EDU ha emesso la sentenza decretando che, non facendo il necessario contro il crescente riscaldamento globale, la Svizzera viola i diritti delle donne più anziane. Concretamente, la Corte ha constatato una violazione dell’articolo 8 (diritto al rispetto della propria vita privata e familiare) e riconosciuto lo status di vittima all’Associazione Anziane per il clima Svizzera.

L’Associazione conta più di 3000 socie ed è sostenuta da Greenpeace Svizzera.

10 dicembre – Giornata internazionale dei diritti umani

Ogni anno, il 10 dicembre, la comunità internazionale celebra la Giornata dei diritti umani. Si commemora quel giorno del 1948 in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvando la Risoluzione 217 A.

Serata organizzata da Amnesty International Svizzera e Fondazione Diritti Umani Lugano

In collaborazione con Film Festival Diritti Umani Lugano


Campagna contro la violenza sulle donne 2024

Campagna contro la violenza sulle donne 2024

Lugano, 18 novembre 2024 – La Svizzera non è un’isola felice, al sicuro dal fenomeno della violenza di genere. Il tema è più conosciuto e discusso rispetto a qualche anno fa grazie alle campagne di sensibilizzazione promosse da enti pubblici e privati. Questi sforzi importanti non bastano a fermare la violenza: nel 2024 in Svizzera si sono registrati 18 femminicidi; le donne uccise avevano tra i 17 e gli 82 anni (dato aggiornato al 25 ottobre).

In occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Amnesty International, il gruppo DAISI – Donne Amnesty International della Svizzera Italiana – e Fondazione Diritti Umani Lugano aderiscono alla mobilitazione internazionale “16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne” rinnovando il proprio impegno di sensibilizzazione attraverso la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi”. 

Oltre a sensibilizzare sulla realtà di un fenomeno che rimane in gran parte nel segreto delle mura domestiche, le associazioni sottolineano la necessità di rimanere all’erta per poter cogliere gli appelli delle possibili vittime poiché chiunque ha un’alta probabilità di conoscere una donna che vive quotidianamente una forma di violenza di genere, sia essa evidente o nascosta.

Continua a leggere…


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Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’era digitale 2

9 novembre 2024 – Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’era digitale

Quinta Giornata sull’applicazione delle buone pratiche in Ticino
Ticino e Diritti fondamentali

📍 Luogo: Auditorium dell’Università della Svizzera italiana (USI), Lugano
📅 Data: 9 novembre 2024
🕣 Orario: 8.30 – 13.00


Programma

  • 8.30 – Accoglienza
  • 9.00 – Apertura della giornata con i saluti di:
    • Federica De Rossa, Giudice Federale
    • Gabriela Giuria Tasville, Sviluppo Progetti Fondazione Diritti Umani Lugano
  • 9.30Dr.ssa Roberta Ruggiero, Directrice della Children’s Rights Academy – Centre for Children’s Rights Studies, Université de Genève
    Riforme fondamentali nelle politiche e pratiche a garanzia dei diritti dei bambini nel mondo digitale: un’analisi del Commento Generale n. 25 del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia”.
  • 10.00Dr.ssa Myriam Caranzano-Maître, Medico Pediatra, già Presidente ASPI e membro del Council of ISPCAN (www.ispcan.org)
    “Educare nel rispetto dei diritti dei minorenni, ossia senza punizioni corporali né altre forme di violenza”
  • 10.30 – Pausa
  • 10.45Ilaria Masinara, Responsabile campagne Amnesty International Italia
    “Violenza e odio online: contestualizzazione internazionale”
  • 11.15Dr Marco Viola, Università Roma Tre, Roma
    “La diffusione non consensuale di immagini intime”
  • 11.45Tavola rotonda con interventi dal pubblico:
    “Dalla violenza fisica alla violenza digitale”
    Moderatrice: Jenny Covelli, giornalista Corriere del Ticino
    Partecipanti alla tavola rotonda:
    • Giuseppe Laffranchi, Responsabile dell’Ufficio Scuola e Digitale del Centro di Risorse Didattiche e Digitali – DECS
    • Mara Menghetti, collaboratrice Fondazione ASPI
    • Rosalba Morese, Ricercatrice e docente in psicologia e neuroscienze sociali, Università della Svizzera italiana, USI
    • Francesco Lombardo, Presidente Associazione Franca
  • 12.45 – Conclusione e prospettive a cura di Paolo Bernasconi, Prof. Dr. h.c., Fondazione Diritti Umani Lugano

Questo evento rappresenta un’importante opportunità per approfondire e confrontarsi sulle sfide e le responsabilità della tutela dei diritti dei minori nel contesto digitale.


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Anziane per il clima: una dichiarazione insufficiente e ambigua del Consiglio Federale

Anziane per il clima: una dichiarazione insufficiente e ambigua del Consiglio Federale

Fonte: https://www.isdh.ch/it/isdu/attualita/comunicati-stampa/medienmitteilung-klimaseniorinnen-28-08-2024

Friburgo, 28.8.2024. Dopo il Parlamento, anche il Consiglio federale si è pronunciato oggi sulla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) sul caso «Anziane per il clima». La sua dichiarazione riafferma l’appartenenza della Svizzera alla Corte europea dei diritti dell’uomo, senza però riconoscere esplicitamente il carattere vincolante delle sue sentenze. L’istituzione svizzera per i diritti umani (ISDU) è preoccupato del fatto che il Consiglio federale non pianifichi ulteriori misure per proteggere i diritti umani di fronte alla crisi climatica. L’esecuzione della sentenza resta quindi insufficiente, come probabilmente confermerà il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

Nella sua decisione odierna il Consiglio federale riconosce che «la [Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU)] e l’adesione al Consiglio d’Europa (…) sono di grande importanza per la Svizzera». L’ISDU accoglie favorevolmente questa posizione.

Tuttavia, come nella dichiarazione del Parlamento dello scorso giugno, è preoccupante che il carattere vincolante delle sentenze della Corte europea – pur essendo un aspetto fondamentale del sistema di tutela dei diritti umani in Europa – non sia stato esplicitamente confermato.

L’ISDU è preoccupato inoltre della critica del Consiglio federale nei confronti di un’ «interpretazione estensiva della CEDU da parte della Corte europea». Ciò contraddice in parte il sostegno annunciato dal Consiglio federale alla Corte di Strasburgo. La Convenzione è uno strumento vivo: ciò risulta chiaramente dalla giurisprudenza della Corte. È anche una condizione necessaria affinché i diritti umani rispondano efficacemente alle sfide del nostro tempo. Rifiutare questa idea rende quantomeno ambiguo il sostegno del Consiglio federale alla Corte.

Misure insufficienti che potrebbero indebolire la posizione della CEDU

Inoltre, la posizione del Consiglio federale secondo cui «la Svizzera soddisfa i requisiti della sentenza in materia di politica climatica» difficilmente si concilia con il sostegno mostrato alla Corte di Strasburgo. Al contrario, questa affermazione potrebbe nuocere nel prossimo futuro alla posizione della CEDU in Svizzera.

È infatti prevedibile che le misure annunciate non soddisferanno il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’organismo incaricato di garantire l’applicazione delle sentenze della Corte europea da parte degli Stati membri. Probabilmente il Comitato dei Ministri chiederà alla Svizzera ulteriori misure, ad esempio un budget per la CO2.

Misure aggiuntive che saranno prevedibilmente molto impopolari a livello politico. Assumendo impegni minimi per l’attuazione della sentenza, il Consiglio federale esercita un’ulteriore pressione sull’adesione della Svizzera alla CEDU. Rafforza inoltre la posizione degli attori che chiedono di prendere le distanze o addirittura di lasciare la Corte europea dei diritti dell’uomo. 

Stefan Schlegel, direttore dell’Istituzione svizzera per i diritti umani, ha dichiarato: «Nei tempi difficili che ci attendono, invitiamo tutti gli attori politici a mantenere la protezione che la CEDU offre alla popolazione svizzera, indipendentemente dal fatto che siano d’accordo o in disaccordo con la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso «Anziane per il clima». Dalla sua ratifica avvenuta 50 anni fa, la CEDU ha influenzato notevolmente la legislazione e la giurisprudenza svizzera, a cominciare dalla Costituzione. Il suo valore per la tutela quotidiana dei nostri diritti umani è inestimabile. »

Contesto

Il 9 aprile 2024 la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata contro la Svizzera sul caso «Anziane per il clima». Il 5 e il 12 giugno rispettivamente il Consiglio degli Stati e il Consiglio nazionale hanno dichiarato che la Svizzera sta già facendo abbastanza in materia climatica per attuare la sentenza. Adottando questa posizione, l’Assemblea federale ha messo in dubbio il carattere vincolante delle sentenze della Corte europea.

Leggere il comunicato stampa del 12 giugno 2024

In questa occasione il direttore dell’ISDU Stefan Schlegel ha dichiarato: «Il Consiglio federale rappresenta la Svizzera nel Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Tocca ora a lui limitare i danni e riaffermare davanti al Consiglio d’Europa che la Svizzera riconosce effettivamente il carattere vincolante delle sentenze della Corte». È evidente che tale impegno oggi non è stato assunto con la necessaria chiarezza.
A proposito dell’ISDU  

L’istituzione svizzera per i diritti umani (ISDU) è l’istituzione nazionale per i diritti umani in Svizzera. Disciplinato dalla legge federale e basato sui Principi di Parigi, è finanziato dalla Confederazione e dai Cantoni, ma opera in completa indipendenza. La missione dell’ISDU è la protezione e la promozione dei diritti umani in Svizzera. Svolge questo compito attraverso attività di documentazione, ricerca, consulenza e sensibilizzazione. L’ISDU è stato fondato nel 2023 e dispone di un team stipendiato dal 2024.

Leggere il dossier informativo per i media 

Contatti 

Noémi Manco, responsabile della comunicazione (FR, EN, IT)
+41 26 505 44 44
media@isdh.ch

Stefan Schlegel, direttore (DE, FR, EN)
+41 26 505 44 41


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Lettera aperta CEDU 2

Lettera aperta CEDU

Lettera aperta della società civile

Impegno per la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) rafforza i nostri diritti e ci protegge dalle decisioni arbitrarie degli Stati. È la custode della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La stragrande maggioranza della popolazione sostiene questa importante istituzione: nel 2018, l’iniziativa per l’autodeterminazione, che mirava alla CEDU, è stata chiaramente respinta. Oggi, la CEDU è di nuovo sotto attacco – dal Parlamento – a causa di una sentenza che non piace a certi parlamentari. Siamo costernati.

In una lettera aperta, chiediamo al Parlamento e al Consiglio federale di agire responsabilmente.

La lettera aperta

Signore e signori responsabili politici,

Seguiamo con grande preoccupazione il dibattito politico attuale in Svizzera riguardo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

La CEDU è l’istituzione internazionale più importante per la protezione dei diritti umani nel mondo e anche per la Svizzera. L’effetto protettivo di questo organismo giuridico si basa sul fatto che le sentenze della Corte sono vincolanti. La CEDU rafforza i nostri diritti e ci protegge contro l’arbitrio dello Stato.

Oggi, questo sistema di protezione è politicamente attaccato attraverso il nostro Parlamento. Indignati per una decisione della CEDU che non è politicamente gradita a tutti, un numero allarmante di parlamentari si mostra disposto a minare questa importante istituzione di salvaguardia dei diritti umani e, di conseguenza, i diritti dei cittadini svizzeri.

Il messaggio inviato è populista nella sua essenza. Si preoccupa apparentemente della legittimità pubblica della Corte, ma è proprio questa legittimità che viene minata. Coloro che mettono in discussione le decisioni della CEDU invocano la separazione dei poteri, ma la calpestano facendo del Parlamento il tribunale della Corte. Trasformano in tabù ciò che è invece il compito principale della CEDU: essere il custode e l’ispiratore dei nostri diritti umani.

Il fatto che le sentenze della CEDU non piacciano a tutti i politici è insito nel lavoro della Corte: se tutto fosse fatto correttamente in materia di diritti umani nel paese da cui provengono i ricorrenti, non ci sarebbero sentenze. La CEDU non esiste per compiacere i parlamenti e i governi. Esiste affinché i cittadini di questi paesi possano far valere i loro diritti umani in un luogo il più indipendente possibile.

La CEDU non è in conflitto con la democrazia diretta svizzera, anzi. Per vivere insieme in pace, è necessario stabilire regole comuni. È su questa idea che si fonda il nostro paese e che si basa il diritto internazionale. Un quadro in cui i diritti umani sono validi per tutti e possono essere applicati a nuove sfide come il cambiamento climatico è una condizione preliminare per il dibattito vivo e polifonico che è alla base di una sana democrazia.

La polemica attuale indebolisce la Corte e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), di cui essa è custode. Indebolisce i cittadini dei 46 Stati membri della Convenzione. Legittima i movimenti estremisti che si oppongono al quadro internazionale di protezione dei diritti umani e normalizza la loro richiesta di denunciare la CEDU. In un’epoca in cui i diritti umani sono sotto pressione e dovrebbero essere rafforzati, la reazione dei politici fa soprattutto il gioco di coloro che vogliono indebolire questi diritti. Gli autocrati, i politici autoritari e i populisti di tutta Europa si serviranno con gioia della Dichiarazione svizzera contro i diritti umani nella loro sfera di influenza.

Chiediamo quindi al Parlamento e al Consiglio federale di agire responsabilmente. Nel 2018, gli svizzeri hanno chiaramente respinto alle urne, con il 66,2%, l’iniziativa “per l’autodeterminazione”, che era diretta contro la CEDU. La maggioranza della popolazione sostiene questa importante istituzione di salvaguardia dei diritti umani. Desideriamo che i responsabili politici facciano altrettanto.

Organizzazioni associate

Amnesty International Schweiz
Greenpeace
humanrights.ch
Klima-Allianz Schweiz
Fondazione Diritti Umani
Alliance Sud
Brava
Peace Watch Switzerland
Inclusion Handicap
Thinkpact Zukunft
CIEL
Campax
Dialogai
Ligue Suisse des Droits de l'Homme
NGO post Beijing
Ärztinnen und Ärzte für Umweltschutz
Foulards Violets

Primi firmatari

  • Helen Keller (ex giudice svizzero presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo)
  • Tarek Naguib (Coordinatore della Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani)
  • Chiara Simoneschi-Cortesi (ex presidente del Consiglio nazionale – Il Centro)
  • Thomas Cottier (Professore emerito di diritto economico europeo e internazionale, Università di Berna)
  • Stefan Haupt (Regista)
  • Nesa Zimmermann (Professore assistente, Università di Neuchâtel)
  • Guillaume Lammers (Avvocato, docente)
  • Fanny De Weck (Avvocato)
  • Niccolò Raselli (ex giudice)
  • Aurélien Barakat (Avvocato, Presidente della Federazione svizzera delle imprese, Sezione di Ginevra)
  • Fanny Barakat (Copresidente della Federazione romanda dei consumatori, Sezione di Ginevra)
  • Joëlle Fiss (Esperta in diritti umani, Deputata del PLR al Gran Consiglio ginevrino)
  • Philippe Kenel (Avvocato)
  • Cécile Bühlmann (ex consigliere nazionale, ex direttore dell’Organizzazione femminista per la pace, ex vicepresidente della CFR)
  • Remigio Ratti (ex Consigliere nazionale, presidente onorario Coscienza Svizzera)
  • Andrea Huber (Attivista per i diritti umani, consulente politica, ex direttrice della campagna contro “l’iniziativa per l’autodeterminazione”)
  • Paolo Bernasconi (Professore di diritto e avvocato)
  • Mark Balsiger (Direttore del Movimento Courage Civil)
  • Ulrich Gut (Giornalista, Direttore della pubblicazione PolitReflex)
  • Hans-Peter Fricker (ex membro dell’Assemblea costituente di Zugo – PLR)
  • Marianne Aeberhard (Direttrice humanrights.ch)
  • Henry Both (Assistente sociale e co-iniziatore della campagna “Fattore di protezione D”)
  • Julia Meier (Responsabile del lavoro politico Brava)
  • Sylvia Egli von Matt (ex direttrice della Scuola svizzera di giornalismo MAZ)
  • Markus Notter (ex consigliere di Stato, cantone di Zurigo)
  • Rudolf Wyder (Membro del comitato direttivo della Piattaforma Svizzera-Europa)
  • Christoph Siegrist (ex pastore del Grossmünster, Zurigo)
  • Stefanie Trautweiler (Giornalista, responsabile dell’Europe’s Human Rights Watchdog)
  • Jörg Paul Müller (Professore emerito)

La tua organizzazione vorrebbe unirsi a questa lettera?

Invia un messaggio a cedh@operation-libero.ch.


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8 giugno 2024 - Il coraggio della memoria critica nella Russia attuale 1

8 giugno 2024 – Il coraggio della memoria critica nella Russia attuale

Sabato 8 giugno 2024 – 18.00
Asilo Ciani, Viale Carlo Cattaneo 5, Lugano


Marcello Flores

Marcello Flores, dopo avere insegnato Storia contemporanea all’Università di Trieste ha insegnato Storia comparata e Storia dei diritti umani all’Università di Siena, dove ha diretto il Master europeo in Human Rights and Genocide Studies.

Francesca Gori

Francesca Gori si è occupata di storia del dissenso in Unione Sovietica e nei paesi dell’Europa centro-orientale. Ha tradotto vari autori russi fra cui Cechov, Dostoevskij, Turgenev, Gogol’. È membro fondatore della Associazione Memorial Italia, e Presidente dal 2004 al 2022.

Modera/ Dialoga con: Paolo Bernasconi
(avvocato, Fondazione Diritti Umani)

https://www.echidistoria.ch/index.php/programma/sa-8-6-2024?view=article&id=89&catid=22


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8 giugno 2024 - Gli estremismi che minacciano la Democrazia 1

8 giugno 2024 – Gli estremismi che minacciano la Democrazia

Incontro con Franco Gabrielli e Paolo Bernasconi

La Fondazione Federica Spitzer organizza un evento per capire gli estremismi violenti presenti in Europa la cui espansione rappresenta una grave minaccia per i valori dello Stato di diritto e la convivenza pacifica di popoli diversi nelle nostre società.

Negli ultimi decenni, nelle nostre società democratiche assistiamo ad una spirale di attentati violenti sovversivi, alla crescita del razzismo, all’esplosione di conflitti sociali e politici preoccupanti. Chi sono i movimenti estremisti e terroristici che operano in Europa per sovvertire i valori di libertà e tolleranza e le istituzioni democratiche che le garantiscono? Dove crescono e si alimentano? Chi li finanzia? Com’è possibile contrastarli a garanzia del diritto e di una convivenza sociale rispettosa della libertà?

L’8 giugno, alle ore 11 a Lugano, Franco Gabrielli e Paolo Bernasconi toglieranno il velo sui movimenti estremisti e terroristi che operano in Europa e i loro agganci internazionali, che hanno come obiettivo la distruzione della democrazia e la negazione dello stato di diritto come principio basilare della convivenza pacifica.

Franco Gabrielli è stato direttore dei servizi segreti interni italiani, capo della polizia, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica italiana del Governo Draghi. Attualmente è Delegato alla sicurezza del Comune di Milano.

Paolo Bernasconi, professore di diritto penale, avvocato e magistrato, già procuratore pubblico a Lugano, già membro del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

L’incontro sarà moderato dal giornalista Luca Steinmann e si terrà presso la Sala degli Specchi di Villa Ciani, Piazza Indipendenza 4, Lugano.

Per informazioni e contatti rivolgersi a Luca Steinmann:
+393387126240
lucasteinmann1@gmail.com

http://www.fondazionespitzer.ch/

8 giugno 2024 - Gli estremismi che minacciano la Democrazia

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#TIVEDO – Sharp Eyes on China

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La Fondazione Diritti Umani organizza una rassegna di eventi dalla prospettiva dei Diritti Umani, con un focus sulle relazioni fra la Svizzera e la Cina.

#TIVEDO si pone il compito di informare, sensibilizzare e mobilitare la comunità internazionale sulle violazioni dei Diritti Fondamentali


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30.11.2023: Conferenza / laboratorio: Frontiere: città e migrazione oggi

30.11.2023: Conferenza / laboratorio: Frontiere: città e migrazione oggi

Ai media ticinesi:
COMUNICATO STAMPA

CONCERNE:
Domenico Quirico, Michela Trisconi e Furio Bednarz
giovedì 30 novembre 2023, ore 18,
al Centro Cittadella di Lugano, Corso Elvezia 35.

Conferenza / laboratorio: Frontiere: città e migrazione oggi

Per questioni di “frontiere” e “migrazioni”, ancora oggi nel mondo sono attivi decine di conflitti armati. La drammatica cronaca di queste settimane in Israele e Gaza è purtroppo solo un esempio tra molti. Il tema inoltre segna regolarmente il dibattito politico, il clima sociale e le competizioni elettorali e tra chi fa leva sulle paure e chi scommette sull’apertura il dialogo è difficile. Ma che cosa si nasconde dietro le frontiere e le migrazioni? È possibile viverle come una risorsa e non come un problema?

Se ne parlerà a Lugano in un evento pubblico, nella forma dinamica del “laboratorio”, dove il pubblico potrà intrattenersi liberamente con gli ospiti, in un momento di aperitivo iniziale. L’incontro è promosso della rinata Associazione Cittadella, nel suo nuovo Centro di Corso Elvezia 35, progettato da Mario Botta al posto dell’indimenticabile Teatro Cinema Cittadella

IL CICLO “LABORATORIO CITTADELLA”

L’Associazione Cittadella gestisce il Centro culturale Cittadella, che ospita le attività formative e aggregative della vicina Basilica del Sacro Cuore, e offre i suoi spazi anche a chi li richiede per attività in linea con i suoi scopi associativi. Il Centro si trova al piano terreno della Residenza Cittadella, il nuovo complesso abitativo progettato da Mari Botta sul terreno in cui sorgeva il Cinema Teatro Cittadella, per oltre mezzo secolo punto di riferimento della scena culturale luganese. Memore di questo retaggio storico ancora vivo, l’Associazione intende tornare ad agire nella realtà culturale luganese e contribuire alla vita sociale e aggregativa sia del quartiere sia della regione. 

Tra le varie iniziative, l’Associazione vuole ora attivare il “Laboratorio Cittadella”, un ciclo di incontri che, attraverso spunti e voci di autorevoli esperti, mira a riflettere, assieme alla cittadinanza, su questioni  e  nodi  di  quotidiana  attualità  sulla  città  e  le  forme  e  modalità  di convivenza che la caratterizzano. L’incontro con Domenico Quirico come ospite principale, tra le più stimate voci del giornalismo italiano, è il primo di una serie con cui l’Associazione Cittadella desidera coinvolgere un vasto pubblico.

L’Associazione Cittadella si è profondamente rinnovata la scorsa primavera, con l’arrivo di nuovi soci e l’elezione di un nuovo Ufficio amministrativo, composto da Stefano Izzi (presidente), Linda Fornara Bertona (vicepresidente), e i membri Filippo Bignami, Carlo Regondi, Yasmine Caluzzi, Fausto Leidi, don Italo Molinaro.

L’INCONTRO

Frontiere: città e migrazione oggi

Il primo incontro del Laboratorio Cittadella si pone l’obiettivo di riflettere sull’idea di frontiera, su come essa sia pluriforme, su come gli spazi urbani dove viviamo contengano frontiere spesso invisibili agli occhi e come assuma diversi significati. La frontiera configura un limite che circoscrive uno spazio, materiale e immateriale. Identifica una o più collettività, differenzia tra un dentro e un fuori. La frontiera è sempre al contempo riconoscimento e misconoscimento: integra, distingue, esclude

La porosità o meno di una frontiera dipende spesso della percezione di un rischio. Più è considerato minaccioso ciò che sta al di fuori di essa, minore è la disponibilità ad allentarne le maglie. All’opposto, più è forte la percezione dell’opportunità di trarre vantaggi da ciò che risiede altrove, minore è la spinta alla chiusura. Come dire che la trasformazione o meno di una frontiera in una soglia dipende sempre dalle circostanze. La città rappresenta la frontiera più concreta, vicina a noi, dove pratiche di cittadinanza sono più visibili e percepibili, il laboratorio ove si sperimenta realmente la convivenza e si plasma la frontiera.

Quando la pressione migratoria sulle frontiere aumenta in un quadro di ardua lettura, come lo è oggi, le identità al loro interno si espongono a ciò che è grande illusione e rischio: il chiudersi in sé stesse, percepirsi come in pericolo, autosufficienti. 

Che cosa significa allora costruire la convivenza nella frontiera cittadina? Quale il ruolo di istanze istituzionali, associative, di prossimità, religiose ed aggregative per una percezione di frontiera come opportunità nell’instabile presente?

GLI OSPITI

Don Italo Molinaro, Parroco della parrocchia della Basilica del Sacro Cuore e Filippo Bignami, ricercatore senior della SUPSI, ne parlano con:

Domenico Quirico (caporedattore esteri La Stampa)

Giornalista e scrittore italiano, è caporedattore esteri de La Stampa. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Ha una profonda conoscenza di flussi e processi migratori; si è interessato fra l’altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come “Primavera araba”. È autore di numerosi volumi. Nel 2015 ha vinto il Premio letterario Brancati. Ha inoltre vinto i premi giornalistici Cutuli e Premiolino e, nel 2013, il prestigioso Premio Indro Montanelli. Entro la sua ampia ed apprezzata produzione, ha scritto quattro saggi storici per Mondadori (Adua, Squadrone bianco, Generali e Naja) e Primavera araba per Bollati Boringheri. Presso Neri Pozza ha pubblicato Gli Ultimi. La magnifica storia dei vinti e Il paese del male.

Michela Trisconi – Delegata cantonale all’integrazione

Laureata in storia contemporanea all’università di Friborgo, ha svolto un periodo di formazione presso l’Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi, interessandosi soprattutto alla sociologia dei movimenti religiosi. Autrice del Repertorio delle religioni del Cantone Ticino, è membro del Consiglio di fondazione del Centre intercantonal d’information sur les croyances religieuses (CIC) con sede a Ginevra. Dopo varie esperienze professionali in ambito privato a Friborgo e a Berna, ha lavorato presso la Direzione del Dipartimento della sanità e della socialità, e dal 2018 è capo-progetto della Piattaforma cantonale di prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento. Collaboratrice scientifica dal 2020 presso il SIS, in questa funzione si occupa dell’analisi di progetti e dei contatti con gli enti attivi nel settore dell’integrazione. 

Furio Bednarz – Presidente Associazione CINI Switzerland

Ricercatore senior e consulente indipendente, attualmente Presidente dell’Associazione CINI Switzerland, collabora con istituzioni di ricerca, associazioni professionali, enti locali e università. È stato Presidente e responsabile della ricerca e sviluppo presso la Fondazione ECAP Svizzera e Direttore dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione della Divisione della formazione professionale del Canton Ticino. I suoi interessi di ricerca riguardano i temi del mercato e delle politiche del lavoro, delle migrazioni e della formazione professionale. Ha diretto numerosi progetti di ricerca e scambio nazionali e internazionali pubblicando volumi e articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali.

QUANDO E DOVE

Giovedì 30 novembre 2023
Centro Cittadella
Corso Elvezia 35
6900 Lugano
A 5’ a piedi da Autosilo Balestra, Autosilo USI.

Ore 18.00 – Aperitivo e conversazione con ospiti e pubblico

Ore 18.30 – Avvio incontro

Per informazioni: centrocittadellalugano@gmail.com

Entrata libera

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1 e 2 dicembre - Sorella Povertà

1 e 2 dicembre – Sorella Povertà

SORELLA POVERTÀ
LIMITI – RISORSE – ESSENZIALITÀ 
 
Massagno
Venerdì 1 e sabato 2 dicembre Cinema Lux – Aula Magna Scuole elementari
 
Venerdì 1  dicembre a partire alle 17.30, dopo il rinfresco offerto (17.00 – 17.30) e i saluti istituzionali, verrà proiettato il Docu-film della SRF-SSR “LA FINE DEL CREDIT SUISSE” a cui seguirà una tavola rotonda condotta e moderata da Roberto Porta(giornalista RSI) con:
 
Prof. Markus Krienke, USI 
Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino
Maria Luisa Parodi, già CIO Soave Private Investor SA e Co-direttrice di Equilab
Dott.ssa Davidia Zucchelli, Direzione Studi e Ricerche di IntesaSanpaolo
Don Sergio Massironi, Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
Gabriela Giuria, responsabile sviluppo progetti della Fondazione diritti umani – Lugano
 
Sabato 2 dicembre si svolgeranno presso l’Aula Magna delle Scuole elementari di Massagno cinque momenti d’incontro durante i quali differenti voci concorreranno a testimoniare – in maniera interdisciplinare – i variegati aspetti della povertà materiale, immateriale, spirituale e culturale. Trovate in allegato il programma di massima
 
09.15 RELIGIONI E POVERTÀ, con la giornalista Corinne Zaugg
Don Marco Dania, (parroco cattolico)
Paolo Tognina (pastore protestante)
Chiara Spata Nam, (consulente e formatrice esperta di diritti umani, di religione buddista)
Feri Matzlun (rappresentante Bahai
 
10.45 CULTURA E POVERTÀ con il giornalista CdT Andrea Bertagni e
Chiara Pirovano, storica dell’arte
Massimiliano Zampetti, attore e membro del gruppo regionale SI di t.
Mattia Bertoldi, presidente dell’Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua italiana (ASSI)
Sergio Roic, Vicepresidente PEN Svizzera italiana
 
12.30 PRANZO 
 
14.00 POVERTA GLOBALE con Don Italo Molinaro (parroco e giornalista) e
Alessandra Genini, Comundo 
Alexander Widmer, Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)
Daria Lepori, FOSIT e Azione Quaresimale
Elisa MaricellI e Mauro Clerici, Conferenza missionaria della Svizzera italiana (CMSI) 
Don Giuseppe Zhang, Cappellano della casa della spiritualità Montefiolo 
 
15.30 POVERTA E RESPONSABILITA’ SOCIALE con Marco Fantoni (moderatore e vice direttore di Caritas Ticino) e
Oliviero Pesenti, Presidente AITI
Elisa Filippi, imprenditrice e membra UCIT
Benedetta Rigotti, responsabile comunicazione OCST
Elisa Ferrante, operatrice del Patronato ACLI
 
17.00 USCIRE DALLA POVERTÀ con Cecilia Brenni (giornalista) e 
Alessandro Della Vedova, Direttore Caritas Grigioni
Mario Amato, Direttore di Soccorso operaio svizzer
Dante Balbo, responsabile servizi sociali Caritas Ticino
Gianfranco Plebani, Presidente cantonale delle Conferenze di San Vincenzo
Barbara Braghiroli, Health & Wellbeing Couselor / Neuro Coach & Mental Trainer
 
18.45 CENA
 
20.15 CONCERTO
Le iscrizioni sono possibili tramite annuncio alla email: rete.laudatosi@gmail.com.
 
Il Festival è pubblico e gratuito
Il rinfresco di venerdì sera al Lux è offerto come pure la proiezione del docu-film del venerdì e il concerto di sabato sera. 
È richiesto un contributo libero a parziale copertura del pranzo e della cena di sabato sera. 
 
 
Per la Rete Laudato si’
 
Daria Lepori, membra del comitato ordinatore (Azione Quaresimale)
e
Prof. Dr. Markus Krienke, membro del comitato ordinatore (Cattedra Rosmini – FTL) 

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