Violenza fisica: non si parla solo di gravi percosse ma anche di strattoni, sberle e negazione della libertà.
Violenza sessuale: qualsiasi atto sessuale che avviene senza il tuo consenso esplicito, anche da parte del tuo partner, è una forma di violenza! Il tuo corpo è solo tuo e nessuno ha il diritto di violarlo!
Violenza psicologica: insulti, denigrazione, coercizione, ma anche più semplicemente venir sminuite e attaccate sulle proprie insicurezze come l’aspetto fisico, l’intelletto o la simpatia. Dover chiedere al partner il permesso di uscire con le amiche è una forma di violenza!
Violenza economica: qualsiasi comportamento che arreca un danno economico alla persona, come non poter esercitare una professione, avere un accesso ristretto alle risorse finanziarie della coppia o non ricevere i dovuti alimenti in caso di separazione.
La violenza contro le donne è una violenza contro la società intera. È un problema che riguarda tutti: oggi ne è vittima la tua vicina, domani potrebbe toccare a tua figlia. Bisogna sviluppare una cultura di prevenzione e sensibilizzazione, e insegnare alle nuove generazioni l’importanza del rispetto e dell’ingiustizia del sistema patriarcale che permette tutt’oggi tali atrocità. Soltanto unendoci potremo sradicare la violenza sistematica contro le donne!
Solo 1 donna su 5 riporta i casi di violenza subiti. Spesso abbiamo paura che denunciando i fatti, diventiamo ancora più vulnerabili alla violenza. Ma è solo informando i nostri cari, le nostre amiche e chiedendo aiuto alle associazioni ed enti specializzati che potremo metterci in salvo!
Polizia: 117
violenzadomestica@polca.ti.ch
Ambulanza: 144
Servizio per l’aiuto alle vittime di reati:
0800 866 866
https://www.opferhilfe-schweiz.ch/it/
Stop feminizid
www.stopfemizid.ch/italiano
info@stopfemizid.ch
Case delle donne:
Casa Armònia – Sopraceneri
0848 33 47 33
Casa delle donne – Sottoceneri
+41 91 972 68 68
+41 78 624 90 70 (fuori orario)
consultorio@bluewin.ch
Lugano, 18 novembre 2024 – La Svizzera non è un’isola felice, al sicuro dal fenomeno della violenza di genere. Il tema è più conosciuto e discusso rispetto a qualche anno fa grazie alle campagne di sensibilizzazione promosse da enti pubblici e privati. Questi sforzi importanti non bastano a fermare la violenza: nel 2024 in Svizzera si sono registrati 18 femminicidi; le donne uccise avevano tra i 17 e gli 82 anni (dato aggiornato al 25 ottobre).
In occasione del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Amnesty International, il gruppo DAISI – Donne Amnesty International della Svizzera Italiana – e Fondazione Diritti Umani Lugano aderiscono alla mobilitazione internazionale “16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne” rinnovando il proprio impegno di sensibilizzazione attraverso la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi”.
Oltre a sensibilizzare sulla realtà di un fenomeno che rimane in gran parte nel segreto delle mura domestiche, le associazioni sottolineano la necessità di rimanere all’erta per poter cogliere gli appelli delle possibili vittime poiché chiunque ha un’alta probabilità di conoscere una donna che vive quotidianamente una forma di violenza di genere, sia essa evidente o nascosta.
Per le associazioni promotrici è fondamentale lanciare un segnale di sostegno alle donne cui è impedito vivere liberamente le attività del quotidiano perché bloccate da una relazione improntata sul controllo, sia esso economico, fisico o psicologico.
“Tra le amiche, le conoscenti di tutte e tutti noi può nascondersi una donna che teme il proprio partner, con il quale vive una relazione abusiva. I numeri parlano chiaro: si stima infatti che in Svizzera circa due donne su 5 siano confrontate con una violenza fisica o psicologica durante la loro vita. Raggiungere queste donne, far capire loro che non sono sole e che la spirale di violenza può essere rotta è fondamentale,” afferma Gabriela Giuria, responsabile Fondazione Diritti Umani Lugano e attivista per i diritti umani.
“Mettere fine a una relazione abusiva richiede coraggio e determinazione. Sapere a chi chiedere aiuto può essere il primo passo di un percorso cambia vita. Se la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi” potrà permettere a una sola donna in difficoltà di trovare la forza necessaria per liberarsi da una relazione violenta avremo raggiunto il nostro obiettivo.”
A livello nazionale, nel 2023, sono stati registrati dalle autorità 19’918 reati di violenza domestica – 54 al giorno. Un fenomeno che colpisce anche gli uomini, ma che ha maggiori conseguenze sulle vite delle donne, il 70,1% delle persone toccate nel 2023. 25 gli omicidi avvenuti nella sfera domestica: tra le vittime anche 4 bambine.
Un’analisi delle cifre relativa ai reati di violenza domestica evidenzia un’evoluzione preoccupante rispetto al 2022: si evidenzia un aumento del 19,5 delle lesioni gravi (147 reati) e del 19,9% dei casi di violenza carnale: 368 casi, una media di uno al giorno. Complessivamente nel 2023 in Svizzera i casi di violenza carnale registrati sono stati 839. Tutti i casi registrati nel 2023 riguardano vittime di sesso femminile. Dal 1° luglio 2024, con l’entrata in vigore in Svizzera del nuovo diritto penale sessuale, persone di ogni sesso possono essere considerate quali vittime di violenza carnale.
Nel proprio rapporto annuale, per il 2023 la Polizia cantonale ticinese riferisce di 1037 interventi in relazione a un disagio familiare, in leggero aumento (+6%) rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo sono diminuiti del 14% i reati denunciati d’ufficio che hanno viste coinvolte persone in coppia o ex partner (175 reati). In calo anche gli allontanamenti ordinati a protezione di persone coinvolte in episodi di violenza domestica, 60 casi ovvero il 24% in meno rispetto al 2022.
In Ticino nel 2023, i reati di stupro registrati in relazione alla violenza domestica sono stati 3, un caso in più rispetto all’anno precedente. In aumento, nel complesso, i reati di violenza carnale registrati nel cantone, 15 casi (12 nel 2022). (Fonte Statistica criminale di polizia – Rapporto annuale Ticino 2023)
A partire da lunedì 25 novembre i manifesti della campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi” saranno affissi nelle stazioni di Bellinzona, Biasca, Mendrisio, Locarno-Muralto e Lugano. L’obbiettivo dell’azione è avvicinare il maggior numero di persone al tema della violenza domestica, portando i contatti utili direttamente tra le persone in viaggio attraverso il Ticino.
Sui manifesti è ben visibile un codice QR che permette di accedere a una pagina dove sono raccolti i principali numeri utili della Svizzera Italiana in materia di violenza domestica. Queste informazioni fondamentali possono così essere facilmente e discretamente accessibili per chiunque ritenga utile averle a portata di mano, per condividerle con un’amica a rischio o per sapere a chi rivolgersi in caso di necessità.
I manifesti (vedi immagini allegate) riprendono il colore arancione della campagna di sensibilizzazione delle Nazioni Unite, “16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne”. Il periodo dal 25 novembre al 10 dicembre è stato scelto dall’ONU per creare un legame simbolico tra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre) a quella dei Diritti umani (10 dicembre), e si prefigge di permette alla popolazione di prendere coscienza della gravità di questo fenomeno spesso nascosto che riguarda in modo trasversale la società tutta. La campagna di sensibilizzazione si inserisce all’interno dell’azione svizzera “16 giorni contro la violenza di genere”.
Nata nel 2014 a Lugano, promuove la conoscenza ed il rispetto dei Diritti Umani prevalentemente nella Svizzera Italiana, in specie così come sono formulati nelle Convenzioni delle Nazioni Unite, nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, nella Costituzione svizzera e nella Costituzione del Canton Ticino attraverso lo sviluppo di canali di informazione e sensibilizzazione che contribuiscono alla costruzione di una coscienza collettiva solidale, aperta al dialogo, alla cooperazione e allo scambio.
Inoltre, la Fondazione si occupa di formazione e informazione sui diritti fondamentali sostenendo l’organizzazione del Film Festival Diritti Umani Lugano, che dal 2014 sensibilizza il pubblico della Svizzera italiana sulle problematiche legate ai diritti fondamentali, dando spazio a persone impegnate per il rispetto della dignità umana.
Un movimento internazionale di persone che si mobilitano in difesa dei diritti umani nato nel 1961. Oggi l’organizzazione conta dieci milioni di sostenitrici e sostenitori che lavorano per assicurare che i diritti umani siano applicati allo stesso modo per tutte le persone, ovunque nel mondo.
Il lavoro di Amnesty – organizzazione indipendente dai governi, dai partiti politici, dagli interessi economici, dalle ideologie e dalle religioni – si basa su ricerche dettagliate e precise, sulle convenzioni internazionali e le disposizioni relative ai diritti umani.
La sezione Svizzera di Amnesty International è stata fondata nel 1970. Il Gruppo Ticino di Amnesty International nasce nel 1974. Ne fa parte anche DAISI – Donne Amnesty International della Svizzera Italiana – gruppo creato nel 2011 con l’obiettivo di sensibilizzare, monitorare e agire per i diritti delle donne, in Ticino, in Svizzera e nel resto del mondo.
Il progetto contribuisce a diminuire gli episodi di qualsiasi forma di violenza di genere in Svizzera e in Lichtenstein attraverso la prevenzione e la sensibilizzazione. La campagna fornisce informazioni sui servizi di supporto e di consulenza esistenti e mobilita numerose persone a schierarsi attivamente contro la violenza. A tale scopo, per 16 giorni verranno organizzati e proposti eventi, workshop e offerte culturali, che si affiancheranno alla presenza online e sui social media.
Per attirare l’attenzione sulle numerose forme di violenza fondata sul genere e per sottolineare che la violenza di genere è un problema pluridimensionale, ogni anno viene scelto un tema centrale.