Economia circolare in Svizzera

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Economia circolare in Svizzera

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L’economia circolare si contraddistingue per il fatto che le materie prime vengono utilizzate in modo efficiente e il più a lungo possibile. Se si riesce a chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti, le materie prime possono continuare a essere riutilizzate – a beneficio non solo dell’ambiente, ma anche dell’economia svizzera.

Definizione di economia circolare

L’economia circolare, chiamata anche «circular economy», si differenza dai processi produttivi lineari tuttora diffusi. In un sistema economico di tipo lineare, si lavorano le materie prime e si fabbricano, vendono, consumano e gettano prodotti (cfr. grafico seguente). È un modus operandi che comporta scarsità di materie prime, emissioni, ingenti quantità di rifiuti e il conseguente inquinamento ambientale.

Figura 1: Rappresentazione schematica del sistema economico lineare
© UFAM

Nell’economia circolare, invece, i prodotti e i materiali vengono mantenuti all’interno del ciclo (frecce verdi nel grafico sottostante), per cui si consumano meno materie prime primarie rispetto a un sistema economico lineare. Al contempo, il valore dei prodotti si conserva più a lungo nel tempo e si generano meno rifiuti.

L’economia circolare rappresenta un approccio integrato che tiene conto dell’intero ciclo: dall’estrazione delle materie prime alla progettazione, fabbricazione e distribuzione di un prodotto, fino alla sua fase di utilizzo – che dev’essere quanto più lunga possibile – e al riciclaggio. Per far sì che prodotti e materiali rimangano all’interno di questo circuito, occorre un cambiamento di mentalità da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Rappresentazione schematica dell’economia circolareFigura 2: Rappresentazione schematica dell’economia circolare
© UFAM

L’economia circolare in Svizzera

Sin dalla metà degli anni Ottanta la Svizzera, nazione povera di materie prime, persegue una politica volta alla realizzazione di un’economia circolare – e da allora è riuscita a chiudere, almeno in parte, alcuni cicli. Nel 2018, ad esempio, dei 17,5 milioni di tonnellate di materiali di risulta quali calcestruzzo, ghiaia, sabbia, asfalto e laterizio, circa 12 milioni sono stati riciclati. Oltre 5 milioni di tonnellate, soprattutto di materiale di demolizione misto, non rientravano ancora in un ciclo di recupero. Sul fronte dei rifiuti urbani, poco più della metà viene raccolto separatamente e riciclato. L’elevata percentuale di riciclaggio della Svizzera, tuttavia, va letta alla luce dell’imponente quantità di rifiuti generata entro i confini nazionali. Non esiste praticamente nazione in cui si registri un simile volume di rifiuti urbani rapportato al numero di abitanti.

C’è ancora parecchio da fare se si vuole rafforzare il principio dell’economia circolare. Fibre tessili, materiali edili, materie plastiche e rifiuti biogeni, ad esempio, in futuro potrebbero essere recuperati in una percentuale maggiore. Da alcuni anni ormai le aziende prendono sempre più in considerazione il principio dell’economia circolare nella loro attività.

Per il buon funzionamento dell’economia circolare, è fondamentale anche il ruolo svolto dai consumatori, che possono contribuire al cambiamento adottando uno stile di consumo sostenibile e utilizzando i prodotti il più a lungo possibile. È altresì compito loro adoperarsi affinché i prodotti vengano maggiormente condivisi, riutilizzati, riparati e ripristinati – e infine anche far sì che quelli non più utilizzabili vengano raccolti e smaltiti in modo differenziato. Un ruolo parimenti centrale nell’evoluzione verso una maggiore economia circolare spetta ai servizi d’acquisto degli enti pubblici federali, cantonali o comunali e ai servizi corrispondenti dell’economia privata.

Fonte: https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/economia-consumo/info-specialisti/economia-circolare.html


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