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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2022

25 novembre - Insieme contro la violenza sulle donne

“Non ci siamo tutte, manca una di noi”

Lugano, 18 novembre 2022 – In Svizzera si stima che il 40% delle donne (circa due donne su 5) subisce o ha subito violenza fisica o psicologica nel corso della sua vita. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2022, Amnesty International con il proprio gruppo DAISI – Donne Amnesty International della Svizzera Italiana – e Fondazione Diritti Umani Lugano tornano ad agire insieme e ad essere presenti sul territorio con la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi”.

La sensibilizzazione viaggia con la popolazione

A partire da lunedì 21 novembre la campagna di sensibilizzazione “Non ci siamo tutte, manca una di noi” sarà presente a bordo di mezzi di trasporto pubblici in diverse regioni del Cantone: Trasporti Pubblici Luganesi, Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi FART, Autopostale Bellinzona e dintorni e Autolinee Mendrisiensi.

La campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi” vuole ricordare simbolicamente la donna che quel giorno non può essere presente e muoversi liberamente sul territorio per svolgere le attività del quotidiano perché relegata in casa in seguito a una violenza fisica e/o psicologica o perché ospedalizzata o addirittura uccisa durante un episodio di violenza.

Una campagna internazionale

I cartelli informativi (vedi fotografia allegata) riprendono il colore arancione della campagna di sensibilizzazione delle Nazioni Unite, “16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne”. Il periodo dal 25 novembre al 10 dicembre è stato scelto dall’ONU per creare un legame simbolico tra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre) a quella dei Diritti umani (10 dicembre), e creare presa di coscienza tra la popolazione.

La campagna per i 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne di Amnesty International e Fondazione Diritti Umani Lugano si concluderà proprio in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani, con il convegno sui Diritti Fondamentali che si terrà il 10 dicembre 2022 all’Auditorium USI a partire dalle 9.00. (seguirà comunicazione).

Con l’azione “Non ci siamo tutte, manca una di noi” Amnesty International Svizzera, il suo gruppo DAISI e Fondazione Diritti Umani Lugano, vogliono sensibilizzare il maggior numero di persone al tema della violenza domestica portando i contatti utili direttamente tra le persone in viaggio attraverso il Ticino.

Numeri utili

Sui manifesti affissi in bus e autopostali è infatti ben visibile un codice QR che permette di visualizzare una pagina web che raccoglie i principali numeri utili della Svizzera Italiana ai quali rivolgersi per ottenere aiuto in caso di violenza domestica. Questi contatti figurano anche per esteso sul verso del manifesto, così da poter essere facilmente e discretamente fotografati da chiunque possa ritenere utile avere sempre a portata di mano queste informazioni, per condividerle con un’amica potenzialmente a rischio o semplicemente per avere la sicurezza di sapere chi chiamare in caso di necessità.

“Le 717 infrazioni in ambito domestico registrate dalla Polizia cantonale nel 2021 non lasciano spazio ai dubbi: la violenza domestica, che nella maggior parte dei casi colpisce le donne, è una realtà anche in Ticino,” afferma Gabriela Giuria, responsabile Fondazione Diritti Umani Lugano e attivista DAISI, “Sappiamo che per le vittime chiedere aiuto può essere estremamente difficile, dal profilo pratico e psicologico. Se la campagna “Non ci siamo tutte, manca una di noi” farà si che una donna in difficoltà chieda sostegno avremo raggiunto il nostro obiettivo.”

La violenza sulle donne ha mille volti. Impara a riconoscerli!

Violenza fisica: non si parla solo di gravi percosse ma anche di strattoni, sberle e negazione della libertà.

Violenza sessuale: qualsiasi atto sessuale che avviene senza il tuo consenso esplicito, anche da parte del tuo partner, è una forma di violenza! Il tuo corpo è solo tuo e nessuno ha il diritto di violarlo!

Violenza psicologica: insulti, denigrazione, coercizione, ma anche più semplicemente venir sminuite e attaccate sulle proprie insicurezze come l’aspetto fisico, l’intelletto o la simpatia. Dover chiedere al partner il permesso di uscire con le amiche è una forma di violenza!

Violenza economica: qualsiasi comportamento che arreca un danno economico alla persona, come non poter esercitare una professione, avere un accesso ristretto alle risorse finanziarie della coppia o non ricevere i dovuti alimenti in caso di separazione.

La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti!

La violenza contro le donne è una violenza contro la società intera. È un problema che riguarda tutti:  oggi ne è vittima la tua vicina, domani potrebbe toccare a tua figlia. Bisogna sviluppare una cultura di prevenzione e sensibilizzazione, e insegnare alle nuove generazioni l’importanza del rispetto e dell’ingiustizia del sistema patriarcale che permette tutt’oggi tali atrocità. Soltanto unendoci potremo sradicare la violenza sistematica contro le donne!

È parlandone che ti puoi salvare!

Solo 1 donna su 5 riporta i casi di violenza subiti. Spesso abbiamo paura che denunciando i fatti, diventiamo ancora più vulnerabili alla violenza. Ma è solo informando i nostri cari, le nostre amiche e chiedendo aiuto alle associazioni ed enti specializzati che potremo metterci in salvo!


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osservatorio agor@ ~ insieme contro l'odio online 1

osservatorio agor@ ~ insieme contro l’odio online

A proposito della comunicazione sul web, si è spesso parlato di agorà virtuale – in analogia con la grande piazza greca dove la popolazione si incontrava per discutere – e di una partecipazione diffusa alla discussione pubblica; al contrario della piazza e dei luoghi fisici reali che per definizione sono finiti il web si presenta come uno spazio virtuale infinito.

In queste “piazze virtuali”, ognuno di noi, minorenne o maggiorenne che sia, se ha voglia di dire qualcosa, trova il modo di esternare le proprie idee ed essere ascoltato. Tuttavia, in questo contesto anche i predicatori d’odio hanno trovato un posto; alcuni di loro sono diventati addirittura delle figure pubbliche.

L’istigazione, la promozione o l’incitamento alla denigrazione, all’odio e alla diffamazione nei confronti di una persona o di un gruppo di persone, preoccupano sia le Istituzioni che la società Civile in quanto sono palesi violazioni dei diritti umani, veicolano pregiudizi e discriminazioni, confermando che il “virtuale” ha un impatto “reale”.

Di fronte alla pervasività dei discorsi d’odio e alla loro relativa influenza nei mezzi di comunicazione oggi più dinamici e invasivi – la rete internet e, ancora di più, i social network che ci tengono inchiodati davanti ad uno schermo per ore ed ore – le organizzazioni sociali, gli attori della società civile, i soggetti che analizzano i fenomeni culturali e sociali e provano ad agire per modificarli hanno la responsabilità di mettere in campo un’azione adeguata alla sfida che abbiamo davanti, dopo un esame attento e accurato di quel che sta succedendo.

Il progetto osservatorio agor@ vuole rispondere a questa necessità attraverso la raccolta di dati, la ricerca, la sensibilizzazione e l’educazione digitale. Il progetto si propone di coinvolgere anche la comunità attivando tutte quelle persone desiderose di contrastare questo nefasto fenomeno.

Insieme contro l’odio online diffondiamo la cultura del rispetto e la protezione dei diritti umani nel mondo virtuale.

Se durante la navigazione Internet ti sei imbattuto in contenuti che incitano all’odio, puoi riportarli qui, anche in forma anonima.

Questo strumento è a disposizione della comunità per combattere l’odio in rete.

Per cominciare, seleziona la tipologia di odio online che vuoi segnalare:

Xenofobia

• Razzismo • Migrazione • Antisemitismo
• Islamofobia • Minoranze etniche

Violenza di Genere

• Omofobia • Discriminazione di genere e di sesso • Bodyshaming • Revenge Porn • Molestie

Media

• Fake News • Pubblicità e articoli offensivi


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Settimana contro il razzismo 2022 3

Settimana contro il razzismo 2022

In occasione della Settimana d’azione contro il razzismo l’Università della Svizzera italiana, in collaborazione con Amnesty International, Fondazione Diritti Umani e Film Festival Diritti Umani Lugano, ospiterà la mostra itinerante “Razzismo e discriminazione”, una tavola rotonda intitolata “Antirazzisti si nasce. Razzisti si diventa. Razzismo e antirazzismo in Ticino” e la proiezione del film “Dove bisogna Stare”.

Attorno al 21 marzo, ogni anno in diversi Cantoni ha luogo la Settimana contro il razzismo, tradizionalmente costellata di diverse manifestazioni che ricordano l’importanza della lotta al razzismo e della prevenzione della discriminazione razziale. Nell’ambito del progetto culturale Convergenza e distanza promosso dalla Facoltà di comunicazione, cultura e società, l’USI ha previsto alcuni momenti di approfondimento:

  • Dal 18 al 28 marzo 2022 il foyer dell’Aula Magna USI ospiterà la mostra itinerante “Razzismo e discriminazione”, realizzata dagli studenti del corso di grafica del Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) e composta da disegni, manifesti, testi e riflessioni sul tema.
     
  • Lunedì 21 marzo 2022, dalle 18.00 alle 19.30, presso l’Aula Magna USI si terrà la tavola rotonda aperta al pubblico “Antirazzisti si nasce. Razzisti si diventa. Razzismo e antirazzismo in Ticino” moderata da Luca M. Visconti, Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, con la partecipazione di:
    • Michela Trisconi, Delegata cantonale all’integrazione degli stranieri; 
    • Jolanta Drzewiecka, Professoressa straordinaria di critical intercultural communication all’USI;
    • Henry Siqueira Antropologo e giornalista freelance; 
    • Gabriela Giuria, Responsabile sviluppo progetti della Fondazione Diritti Umani; 
    • Aldo Sofia, Giornalista;
    • Chiara Guerzoni, Responsabile dell’educazione ai diritti umani e dell’attivismo di Amnesty International;
    • Sonja Hildebrand, Prorettrice alle Pari Opportunità dell’USI;

Maggiori informazioni sulla Tavola Rotonda si trovano sulla pagina dell’evento visibile qui

  • Lunedì 28 marzo 2022, presso l’Aula Magna, a conclusione della mostra, l’USI invita alla proiezione del film-documentario “Dove bisogna stare”, regia di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli.

Maggiori informazioni sul docu-film si trovano sulla pagina dell’evento visibile qui

Ricordiamo inoltre che, a partire dalla primavera del 2022, la Goren Monti Ferrari Foundation istituirà, con il sostegno dell’Università della Svizzera Italiana, un apposito Osservatorio destinato a ricevere e registrare gli episodi antisemiti nella Svizzera di lingua italiana. Tali episodi saranno poi trasmessi alla FSCI e confluiranno nel rapporto sull’antisemitismo 2022.


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20.03.2022 - Di sabbia e di vento

20.03.2022 – Di sabbia e di vento

Spettacolo teatrale

domenica
20/03/2022

ore

18:00

luogo

Teatro Foce, Lugano

DISCRIMINAZIONE DI GENERE E DISPARITÀ TRA I SESSI. Due modi diversi per provare a definire quello che da sempre è davanti agli occhi di tutti. Da Giovanna d’Arco, passando per Camille Claudel, per arrivare fino ai giorni nostri; nel progredito XXI secolo dove il desiderio di maternità può costare ad una donna la perdita del posto di lavoro. Ma anche, e sopratutto, la storia di tre donne che lottano, a distanza di secoli, per la propria autostima. La storia di tre donne che vogliono considerarsi, e che sono, “unlimited”, senza limiti!

Drammaturgia Marco Filatori
Regia Luca Ligato
Con Alessandro Baito e Laura Negretti
Scene e Piano Luci Armando Vairo
Direttore Tecnico Donato Rella
Produzione Teatro in Mostra

Età: dai 14 anni.
Durata: 70 minuti.
Prezzo: 10.- fr. (5 fr. studenti e AVS). Biglietti in prevendita su biglietteria.ch.


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10 e 16 marzo 2022 – Proiezione del film INDIANARA

10 e 16 marzo 2022 – Proiezione del film INDIANARA

Iniziative, manifestazioni, eventi per favorire un dialogo sul tema del genere.

Documentario

Un film di Aude Chevalier-Beaumer e Marcelo Barbosa, Brasile, Durata: 84 minuti
Versione: in brasiliano con sottotitoli in italiano e in inglese.

Indianara, rivoluzionaria bigger-than-life, conduce con il suo gruppo la lotta per la sopravvivenza delle persone transgender in Brasile.
Realizzato durante la tumultuosa presidenza di Michel Temer, nel periodo in cui Marielle Franco venne uccisa a sangue freddo, Indianara offre il ritratto di una donna incredibile, una specie di Gena Rowlands incapace di accettare un «no» come risposta e in grado di prendersi cura dell’umanità e della decenza per tutti. Un ritratto della condizione sociale di una comunità emarginata dalla società, che lotta contro l’intolleranza sullo sfondo del Brasile attuale.

giovedì 10/03/2022 ore 20:30 Multisala Teatro/Mignon/Ciak, Mendrisio
mercoledì 16/03/2022 ore 20:40 Cinema Otello, Ascona

Dopo la proiezione del film, segue un dialogo tra Gabriela Giuria, responsabile sviluppo progetti Fondazione Diritti Umani, e l’attivista queer Chiara Spata, ricercatrice indipendente di studi di genere.

Prezzo biglietto: per tutti CHF 12.-
Età consigliata: da 12 anni


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Il primo Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul è ora disponibile in italiano​ 1

Il primo Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul è ora disponibile in italiano​

Lotta contro la violenza di genere in Svizzera

Il primo Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul è ora disponibile in italiano

Il primo Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul è ora disponibile in italiano

Lugano, 10 dicembre 2021

In occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani (10 dicembre) e per segnare la fine della campagna ONU 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere partita il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne), Fondazione Diritti Umani e Amnesty International pubblicano la traduzione in italiano del Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul in Svizzera. Il Rapporto curato dalla Rete Convenzione di Istanbul, presentato il 5 luglio 2021 (comunicato stampa in francese), raccoglie le principali critiche e richieste delle organizzazioni della società civile che, nel nostro paese, sono impegnate sul campo evidenziando la necessità di agire.

La Convenzione di Istanbul (CI), Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, è entrata in vigore in Svizzera il 1 aprile 2018. Come Stato firmatario la Svizzera riconosce che i rapporti di forza ineguali tra i generi sono una delle cause principali della violenza contro le donne e che i rapporti gerarchici tra i generi sono mantenuti da questa violenza. La Svizzera ha pubblicato il proprio primo rapporto ufficiale sull’applicazione della CI, il 18.6.2021. La società civile ha pubblicato il proprio rapporto ombra il 5 luglio 2021: da oggi questo è disponibile anche in italiano (link online).

La ratifica della CI ha permesso la creazione di una importante rete di scambio e collaborazione tra le organizzazioni non governative (ONG) e i servizi della società civile che si occupano di lotta contro la violenza. La Rete Convenzione di Istanbul conta poco meno di cento servizi e ONG attivi nei settori della violenza, dell’uguaglianza di genere, LGBTQIA+, della disabilità, della terza età, dell’infanzia, della migrazione/ asilo e dei diritti umani. Tra queste anche Amnesty International Svizzera e Fondazione Diritti Umani, quale unica organizzazione con sede principale in Ticino.

La protezione delle vittime sacrificata in nome dei tagli finanziari

Le organizzazioni e i servizi parte della Rete Convenzione di Istanbul chiedono un’applicazione inclusiva e non discriminatoria della CI, in rispetto degli obblighi sanciti dall’articolo 4 della stessa. Nel proprio rapporto ombra la Rete denuncia come la Svizzera risparmi sulla protezione dalla violenza a scapito di determinati gruppi di vittime. Questi tagli, oltre ad essere chiaramente discriminatori, mettono in pericolo delle vite.

Ampliare le definizioni di violenza

La Rete Convenzione Istanbul ritiene troppo limitante la definizione di “violenza domestica” e chiede l’ampliamento alla dimensione dell’“ambiente sociale immediato”. Questo permetterebbe considerare anche le persone che vivono situazioni di vita collettiva e assistita (come nell’ambito dell’asilo, della disabilità, della malattia, della terza età e dell’esecuzione delle pene). Per queste realtà la definizione di “violenza domestica” è insufficiente. Si evidenzia anche la mancata considerazione da parte della Convenzione della violenza digitale di genere, una forma di attacchi sempre più diffusa e pervasiva che va a colpire le vittime nello spazio privato, dove dovrebbero sentirsi più protette e al riparo da aggressioni.

La Rete auspica anche l’introduzione del termine “violenza sessualizzata” a coprire tutti gli atti non consensuali di natura sessuale: atti fisici, psicologici, verbali e sociali, che vanno dal contatto indesiderato allo stupro, dai commenti osceni al sexting.

Svizzera: diversi rapporti a confronto

L’attuazione della Convenzione da parte degli Stati firmatari è accompagnata dal monitoraggio del gruppo di esperti indipendenti GREVIO (Gruppo di esperti sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica). Il punto di partenza di questo monitoraggio è il primo rapporto ufficiale della Svizzera, pubblicato dal Consiglio federale il 18.6.2021.

Il secondo elemento centrale è un “rapporto alternativo” della società civile, pubblicato in italiano da Fondazione Diritti Umani in collaborazione con Amnesty International in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani. In Svizzera, questo documento è il frutto del lavoro della Rete Convenzione di Istanbul, che riunisce circa 100 ONG, servizi specializzati e altri attori della società civile. Questo rapporto ombra riunisce un rapporto principale congiunto e dei rapporti approfonditi delle singole entità. Con questa struttura è possibile raggruppare le richieste principali e presentare aspettative specifiche in modo differenziato.

Chi desidera riservare la versione cartacea del rapporto alternativo in italiano, la cui pubblicazione è prevista per inizio 2022, può scrivere a: info@fondazionedirittiumani.ch, indicando il numero di copie, al costo di 15.- franchi l’una.

Per informazioni e interviste:
Gabriela Giuria
Fondazione Diritti Umani, 079 444 42 81

La versione digitale del documento è disponibile qui:


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Campagna contro la violenza sulle donne

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2021

In Svizzera si stima che il 40% delle donne subisce o ha subito violenza fisica o psicologica nel corso della sua vita. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2021, Amnesty International, il gruppo DAISI (Donne Amnesty International della Svizzera Italiana) e Fondazione Diritti Umani Lugano, in collaborazione con Zonta Club Locarno, lanciano un’azione di sensibilizzazione rivolta a tutta la popolazione.

In occasione del 25 novembre a dare visibilità all’azione “Non ci siamo tutte, manca…” contribuiranno in particolare l’Associazione Commercianti ed Artigiani di Minusio (ACAM), gli spazi de LaFilanda a Mendrisio e le corse del Trenino Turistico di Lugano. La lista dei commerci coinvolti nell’azione è disponibile qui.

Campagna internazionale

L’azione si inserisce nella campagna internazionale promossa dalle Nazioni Unite, i 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne. Il periodo tra il 25 novembre e il 10 dicembre è stato scelto per creare un fil rouge tra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne e quella dedicata ai Diritti Umani (10 dicembre): grazie all’importante mobilitazione e al coinvolgimento dell’opinione pubblica si vuole provocare una presa di coscienza collettiva e un’azione concreta per affrontare questo problema endemico. Dal 1991 il colore arancione – simbolo di un futuro luminoso, senza violenza sulle donne – caratterizza le attività di questi 16 giorni di attivismo. 

“Non ci siamo tutte, manca….”

I commerci che sostengono l’azione espongono nella vetrina del proprio negozio un manifesto sul quale figura il volto anonimo di una donna, accompagnato dallo slogan “Non ci siamo tutte, manca… manca mia mamma / la mia amica / mia sorella / la mia vicina / la mia collega” (immagine: vedi intestazione comunicato). Il manifesto è declinato in 5 versioni per ricordare simbolicamente la cliente che quel giorno non può esserci, perché relegata in casa a causa di una violenza fisica e/o psicologica o perché ospedalizzata o addirittura uccisa durante un episodio di violenza.

Sul manifesto figura un QRcode dal quale poter scaricare diverse informazioni, in particolare i contatti utili per le vittime di violenza. Le stesse informazioni saranno disponibili anche sotto forma di segnalibro che i commercianti potranno mettere discretamente a disposizione della clientela.

Per dare visibilità al tema le organizzazioni chiedono anche un piccolo e semplice gesto alle cittadine e ai cittadini che possono postare sui propri profili social immagini o selfies scattati accanto al manifesto, indicando il nome del negozio, la città in cui si trovano e gli hashtag #25NoV e #NonCiSiamoTutte.

Violenza contro le donne in Svizzera e in Ticino

Nel 2021 in Svizzera sono 25 le vittime di femminicidio (dato all’8 novembre 2021, fonte Stop Femizid). Una cifra che potrebbe essere molto più alta poiché ben 9 donne sono sopravvissute a un tentativo di femminicidio.

Nel 2020 nel nostro paese 28 persone sono decedute per le conseguenze di una violenza domestica: 11 vittime erano donne morte a seguito di violenza perpetrata dal partner attuale o di un ex, 9 vittime erano bambini uccisi da uno dei due genitori (dati Ufficio federale di Statistica).[1]

Secondo i dati della Polizia cantonale, nel 2020 in Ticino gli interventi degli agenti per episodi di violenza domestica hanno conosciuto un leggero aumento, passando dai 1.042 casi del 2019 ai 1.103 del 2020.[2] Nel 2020 in Ticino si è registrato un femminicidio. Nel 2021 Stop Femizid recensisce 2 femminicidi (Breganzona e Bellinzona) e un tentativo (Solduno).

[1] https://www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/criminalite-droit-penal/police/violencedomestique.assetdetail.16484105.html

[1] https://www.cdt.ch/ticino/politica/violenza-domestica-piu-segnalazioni-alla-poliziaLJ3865782

Contatti

Gabriela Giuria, Fondazione Diritti Umani, 079 444 42 81

Sarah Rusconi, Amnesty International, 079 689 54 13


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Messaggio del Segretario Generale per la Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2020

Messaggio del Segretario Generale per la Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2020

IL SEGRETARIO GENERALE

GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI 2020

“SOSTENERE I DIRITTI UMANI PER UNA RIPRESA MIGLIORE”

10 dicembre 2020

La pandemia del COVID-19 ha rafforzato due verità fondamentali sui diritti umani.

Innanzitutto, le violazioni dei diritti umani danneggiano noi tutti.

Il COVID-19 ha avuto un impatto sproporzionato su gruppi vulnerabili quali lavoratori in prima linea, persone con disabilità, anziani, donne e ragazze, minoranze.

Il virus ha accentuato povertà, disuguaglianza, discriminazione; la distruzione del nostro ambiente naturale e le lacune nella tutela dei diritti umani hanno creato fragilità enormi nelle nostre società.

Al tempo stesso, la pandemia minaccia i diritti umani, fornendo il pretesto per sproporzionate risposte di sicurezza e misure repressive che riducono spazio civico e libertà di informazione.

La seconda verità evidenziata dalla pandemia è che i diritti umani sono universali e proteggono tutti noi.

Una risposta effettiva alla pandemia deve fondarsi su solidarietà e cooperazione.

Approcci divisivi, autoritarismo e nazionalismo non hanno alcun senso contro una minaccia globale.

Le persone e i loro diritti devono essere al centro delle risposte e della ripresa. Occorrono quadri di riferimento universali come la copertura sanitaria per tutti per sconfiggere questa pandemia e tutelarci per il futuro.

La mia richiesta di Azione per i diritti umani scandisce il ruolo centrale dei diritti umani nella risposta alle crisi, per l’uguaglianza di genere, la partecipazione pubblica, la giustizia climatica e lo sviluppo sostenibile.

In questa Giornata e ogni giorno, poniamo i diritti umani al centro della nostra azione collettiva per recuperare dalla pandemia del COVID-19 e costruire un futuro migliore per tutti.


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16 giorni di attivismo contro la violenza di genere 25 novembre – 10 dicembre 2020 2

16 giorni di attivismo contro la violenza di genere 25 novembre – 10 dicembre 2020

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Conosciuta come la 16 Days Campaign‘, la campagna 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere promossa dalle Nazioni Unite viene sostenuta da cittadini e organizzazioni in tutto il mondo per promuovere la prevenzione e l’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze.

In vista del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, DAISI (gruppo Donne Amnesty International della Svizzera Italiana) e la Fondazione Diritti Umani uniscono le proprie forze e aderiscono a questa campagna internazionale per dire NO alla violenza di genere.

Mettete anche voi la faccia per dire “Io dico NO! alla violenza sulle donne“: inviateci i vostri selfie taggando @DonneAmnestySvizzera, cambiate la vostra immagine di profilo Facebook e Twitter, usate l’hashtag #25NoV.

Sarà un’azione incentrata sulla sensibilizzazione e sulla necessità di un impegno per mettere in luce il fenomeno e attuare misure per prevenirlo e contrastarlo.

La campagna 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere è un’importante opportunità per evidenziare il problema della violenza di genere, promuovere l’uguaglianza, la non discriminazione e il rispetto dei diritti umani.

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Immagine Cover:

Per informazioni o richieste di interviste:
Gabriela Giuria Tasville, Fondazione Diritti Umani Lugano
079 444 42 81g.giuria@fondazionedirittiumani.ch

https://www.facebook.com/DonneAmnestySvizzera

https://www.fondazionedirittiumani.ch/

Si può anche aderire alla campagna delle Nazioni Unite, condividendo fotografie, video e messaggi su:
facebook.com/SayNO.UNiTE e twitter.com/SayNO_UNiTE e usando gli hashtag #orangetheworld e #16days.


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10.12.2019 -  Informati! Indignati! Agisci! In prima linea per i diritti umani

10.12.2019 – Informati! Indignati! Agisci! In prima linea per i diritti umani

Giornata internazionale dei Diritti Umani dedicata all’importante impegno dei volontari attivi per dare un’accoglienza calorosa e dignitosa alle persone migranti.
Con noi: Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch in Italia, Lisa Bosia e Daniele Biella.
Proiezione del documentario svizzero Volontaires, di Chloé Seyssel.


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