Approfondimenti

  • -
I profughi siriani presi in ostaggio da Turchia, Grecia e Unione europea

I profughi siriani presi in ostaggio da Turchia, Grecia e Unione europea

di Ahmet Insel

Centinaia, forse migliaia, di profughi sono presi in ostaggio da Turchia, Grecia e Unione europea nella terra di nessuno alla frontiera turco-greca. Le forze dell’ordine greche, sostenute dal personale di Frontex e da alcuni abitanti del luogo, si sforzano di respingere questi richiedenti asilo verso l’altra sponda del fiume Evros, a colpi di gas lacrimogeni, bastonate e umiliazioni multiple, ricorrendo talvolta a spari con pallottole vere.

Ci sarebbero alcuni feriti gravi e uno o due morti tra i profughi, ma le informazioni sono difficilmente verificabili poiché le autorità rendono impossibile il lavoro dei giornalisti da entrambi i lati della frontiera. Dal lato turco vari giornalisti sono stati imprigionati per aver diffuso reportage e immagini relative a quest’ennesimo dramma umano alle porte dell’Europa.

La prima vittima collaterale di questo dramma umano è una delle più grandi conquiste del diritto umanitario internazionale. In seguito alla decisione della Grecia, con il sostegno dell’Unione europea, di sospendere l’accettazione di qualsiasi domanda d’asilo, la convenzione di Ginevra del 1951 è di fatto sepolta. Ormai qualsiasi paese, riferendosi a questa “legittimità internazionale” creatasi grazie alla benedizione garantita dall’Ue, potrà prendere una decisione simile e respingere lontano dalle sue frontiere i richiedenti asilo.

Fonte:https://www.internazionale.it/opinione/ahmet-insel/2020/03/10/profughi-siriani-ostaggio-turchia


  • -
AMNESTY SALUTA IL “SÌ” ALLA PROTEZIONE DA ODIO E DISCRIMINAZIONE

Amnesty saluta il “sì” alla protezione da odio e discriminazione

Anche in Svizzera lesbiche, gay e bisessuali saranno finalmente protetti da odio e discriminazione. Con la maggioranza dei voti favorevoli, i votanti svizzeri hanno approvato l’estensione della norma penale antirazzismo per includere anche l’orientamento sessuale – secondo Amnesty un passo importante verso una protezione estesa dei diritti della comunità LGBTI*.

Negli ultimi anni la Svizzera ha perso posizioni nella classifica riguardo l’atteggiamento nei confronti della co- munità LGBTI*, collocandosi al 27esimo posto su 49 paesi europei. Questo anche perché la Svizzera rimaneva uno dei pochi paesi in Europa a non prevedere una legislazione specifica per la protezione dal hate speech nei confronti delle persone LGBTI*. La decisione presa oggi dall’elettorato svizzero modifica almeno in parte la situazione: le diffamazioni, gli appelli pubblici all’odio e alla discriminazione basati sull’orientamento sessuale saranno punibili, ma l’identità di genere purtroppo non è ancora coperta dalla norma penale estesa.

Amnesty si è impegnata nella campagna in favore del SI perché gli appelli pubblici all’odio e alla violenza, la denigrazione generalizzata e la discriminazione sono una violazione della dignità delle persone colpite e non un’espressione del diritto alla libertà di espressione. Le discussioni e le opinioni critiche, per esempio sulla questione del matrimonio omosessuale, non saranno influenzate dall’estensione dell’articolo penale – questo è stato perfettamente dimostrato dall’esperienza con la norma penale antirazzismo in vigore dal 1995.

Fonte: https://www.amnesty.ch/it/news/2020/svizzera-amnesty-saluta-il-201csi201d-alla-protezione-da-odio-e-discriminazione-omo-e-bi-sessuali


  • -
Pena di morte, nel 2019 184 esecuzioni in Arabia Saudita e i primi due colpi alla nuca del 2020 in Bielorussia 1

Pena di morte, nel 2019 184 esecuzioni in Arabia Saudita e i primi due colpi alla nuca del 2020 in Bielorussia

ROMA – Attivisti per i diritti umani del Somaliland, Stato auto-proclamato indipendente dell’Africa orientale, che non ha alcun riconoscimento della comunità internazionale, formato dalle province settentrionali della Somalia, hanno confermato l’esecuzione dei sei detenuti nella prigione di Mandheera, situata nella capitale Hargeisa. Il funzionario del Somaliland Human Rights Center, Guleid Ahmed Jama, ha detto che i sei sono stati giustiziati il 15 gennaio mattina. Lo si apprende dal portale di “Nessuno Tocchi Caino”. Secondo l’attivista per i diritti umani, questa esecuzione è la prima per un caso relativo ad Al-Shabaab in Somaliland dal 2016.
Il Somaliland, ufficialmente la Repubblica del Somaliland, è considerato a livello internazionale come una regione autonoma della Somalia.

BIELORUSSIA

Un colpo alla nuca: emesse le prime 2 condanne del 2020. Il tribunale regionale di Mogilev il 10 gennaio 2020 ha condannato a morte due fratelli, di 19 e 21 anni, che sono stati giudicati colpevoli di aver commesso un omicidio in modo particolarmente violento, ha reso noto il Centro per i Diritti Umani Viasna. La Bielorussia è l’unico paese europeo che applica la pena di morte. Il metodo d’esecuzioni è il seguente: il condannato viene bendato, costretto a inginocchiarsi e ad aspettare circa 2 minuti prima che il boia lo finisca con un colpo alla nuca sparato con una pistola.

I due fratelli giustiziati. Sono stati giustiziati due fratelli, Ilya Kostin e Stanislav Kostin, in un’udienza fuori sede a Cherikov. Sono stati accusati di aver ucciso la loro insegnante, che era anche loro vicina, dando fuoco alla sua casa”, ha detto il Centro. Nell’aprile 2019, mentre spegnevano un incendio in una casa a Cherikov, gli addetti dei servizi di emergenza trovarono il corpo della sua proprietaria di 47 anni. Numerose ferite da taglio furono trovate sul cadavere. I presunti autori dell’omicidio furono identificati poco dopo; erano due fratelli con precedenti penali, di 19 e 21 anni, che avevano litigato con la donna il giorno prima.

ARABIA SAUDITA

184 giustiziati nel 2019. L’Arabia Saudita ha messo a morte 184 persone nel 2019, il numero più alto in un anno solare da sei anni, ha reso noto l’organizzazione per i diritti umani Reprieve, definendola una “tragica pietra miliare” per il Regno. Delle esecuzioni annunciate dall’agenzia di stampa saudita l’anno scorso, 88 sono state di cittadini sauditi, 90 di cittadini stranieri mentre sei persone erano di nazionalità sconosciuta, secondo quanto dichiarato da Reprieve il 13 gennaio 2020. Il gruppo per i diritti ha riferito che 37 persone sono state messe a morte dal governo saudita in un solo giorno il 23 aprile, inclusi tre prigionieri che erano minorenni quando hanno commesso i loro presunti reati. “Questa è un’altra tragica pietra miliare per l’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman – ha detto la direttrice del gruppo per i diritti, Maya Foa – i sovrani del Regno credono chiaramente di avere totale impunità nel violare il diritto internazionale quando pare a loro”. La dichiarazione di Reprieve ha sottolineato che il principe ereditario saudita aveva dichiarato, in un’intervista televisiva nel 2018: “Abbiamo cercato di ridurre al minimo la pena di morte. Ci vorrà un anno, forse un po’ di più, per porre fine. Non ci riusciremo al 100%, ma la ridurremo notevolmente”.

Fonte: https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/01/18/news/pena_di_morte-246076739/

Per approfondimenti visita il portale: “Nessuno Tocchi Caino


  • -
Brochure: I Diritti delle persone LGBT* 1

Brochure: I Diritti delle persone LGBT*

Gabriela Giuria Tasville – Fondazione Diritti Umani

La Fondazione Diritti Umani di Lugano promuove la conoscenza ed il rispetto dei Diritti Umani, prevalentemente nella Svizzera Italiana, così come sono formulati nelle Convenzioni delle Nazioni Unite, nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti Umani, nella Costituzione svizzera e nella Costituzione del Cantone Ticino. 

La promozione di pubblicazioni inerenti alla sfera dei Diritti Umani è un ottimo strumento per veicolare la divulgazione di conoscenze giuridiche, per la loro promozione sul nostro territorio ed in particolar modo per sostenere la protezione delle persone appartenenti ai gruppi vulnerabili.

Lo sviluppo di canali d’informazione per un’educazione al rispetto dei Diritti Umani e per una coscienza collettiva solidale, aperte al dialogo e alla cooperazione, sono elementi fondamentali per non lasciare spazio a forme di intolleranza e discriminazione.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Così recita l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, ma la narrazione della realtà di ogni giorno per tanti, troppi essere umani, dimostra la violazione di questo principio. 

La discriminazione imperante è un attacco al cuore del principio fondamentale secondo cui i Diritti Umani spettano a ciascun essere umano, senza distinzione alcuna.

La scrupolosa osservazione di come i Diritti Umani vengono riconosciuti è fondamentale, ma non basta. È necessaria l’azione di promozione dei diritti fondamentali e di costruzione di una cultura che veda nella loro tutela un elemento di rafforzamento dell’autorevolezza di chi ha responsabilità pubblica e non invece un limite al suo esercizio.

L’attuale percezione dei diritti fondamentali e delle libertà personali dovrebbe portare ad una maggiore apertura e tolleranza nei confronti dell’impostazione individuale della vita di ognuno di noi. Tuttavia, lo sviluppo storico non deve essere sopravvalutato e soprattutto non deve portare alla conclusione affrettata che oggi i diritti LGBT* siano ben riconosciuti e accettati da tutta la società. Ancora oggi nel quotidiano, si riscontrano diffidenza e rifiuto; la “diversità” è talvolta oggetto di scherno e persino di soprusi fisici.

In virtù di queste considerazioni, la Fondazione Diritti Umani, mediante la traduzione in italiano della Brochure sui diritti delle persone LGBT (“Droits des personnes LGBT”) della Law Clinic dell’Università di Ginevra e la relativa contestualizzazione giuridica per il Cantone Ticino, si prefigge di rispondere alle loro principali domande di carattere legale. Questo opuscolo può essere uno strumento utile anche per chiunque, a titolo personale o professionale, sia interessato a questo argomento. 

Inoltre, è fondamentale, ai fini degli obbiettivi delle pubblicazioni della Fondazione Diritti Umani, creare un ponte tra gli attori coinvolti in questa tematica che, grazie a questo opuscolo potranno confrontarsi su argomenti quali la protezione costituzionale delle persone LGBT*, i diritti dei minori nei confronti dei genitori e della scuola, i rapporti con la professione medica, i diritti nei rapporti di locazione, il regime delle unioni domestiche registrate e le sue differenze con il matrimonio civile, i diritti nei confronti della polizia, il diritto di espressione e di manifestazione.

Per concludere, un sentito ringraziamento va all’équipe della Law Clinic dell’Università di Ginevra per averci permesso di tradurre e adattare il suo opusculo. Esprimiamo riconoscenza al gruppo di lavoro che in Ticino, con il suo impegno e dedizione, ha reso possibile la realizzazione di questo encomiabile progetto che vuole essere un valido contributo nella costruzione di una cultura dei Diritti Umani più inclusiva e aperta.



  • -
LA VIOLENZA SESSUALE RIGUARDA UNA DONNA SU CINQUE!

IN SVIZZERA LA VIOLENZA SESSUALE RIGUARDA UNA DONNA SU CINQUE!

Le violenze sessuali sono molto più diffuse in Svizzera di quanto lo si creda. Almeno una donna su cinque di un’età superiore ai 16 anni ha subito degli atti sessuali non consensuali e più di una donna su dieci ha avuto un rapporto sessuale contro la sua volontà. Questo l’esito di un’indagine rappresentativa condotta dall’istituto gfs.bern su mandato di Amnesty International e che ha coinvolto circa 4’500 donne.


  • -

Migranti: «Aumenta il tasso di mortalità in mare»

Nel Mediterraneo si è passati da un decesso ogni 38 arrivi nel 2017 a uno ogni 14 l’anno scorso

MADRID / GINEVRA – In termini assoluti, il numero dei migranti morti nel Mediterraneo centrale è più che dimezzato nel 2018 rispetto al 2017. Il tasso di mortalità in mare rispetto agli arrivi, tuttavia, è salito drasticamente: lungo la rotta Libia-Europa si è passati da un decesso ogni 38 arrivi nel 2017 a uno ogni 14 l’anno scorso.

Il bilancio delle vittime è stato particolarmente pesante nel Mediterraneo occidentale, lungo la rotta verso la Spagna, dove il numero dei morti è quasi quadruplicato nel 2018 rispetto al 2017. È quanto emerge dal rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) intitolato ‘Viaggi disperati’ e anticipato da ‘Repubblica’.

Il rapporto rivela inoltre che in seguito ad un rafforzamento delle attività della Guardia Costiera libica, l’85% dei migranti tratti in salvo o intercettati nella cosiddetta Regione Libica di Ricerca e Salvataggio (SRR) sono stati portati in Libia, dove sono stati soggetti a «incarcerazione in condizioni spaventose». Per questo, un maggior numero di barconi hanno cercato di oltrepassare la SRR libica per sfuggire alla Guardia Costiera del Paese facendo rotta verso Malta o l’Italia.

Fonte: https://www.tio.ch/dal-mondo/attualita/1349270/migranti-aumenta-il-tasso-di-mortalita-in-mare


  • -
Happy Birthday Dr. Chomsky

Happy Birthday Dr. Chomsky

90 anni compiuti il 7 dicembre, Noam Chomsky rimane forse il più noto e più influente intellettuale a livello mondiale. In occasione del suo compleanno, il grande linguista e politologo ha concesso un’intervista a Roberto Antonini in cui affronta alcune delle grandi questioni della nostra epoca: ambiente, disuguaglianze, crescita del sovranismo e dei nazionalismi, i gilet jaunes francesi, il Medio Oriente, il ruolo degli intellettuali in un mondo dominato dall’immediatezza, dai social, dalla superficialità in rete. Dopo anni al MIT di Boston, Noam Chomsky è andato a vivere in Arizona. Non insegna più ma rimane molto attivo nel campo dell’analisi politica, con posizioni molto profilate e inevitabilmente anche controverse. Non mancheranno anche riflessioni biografiche sul suo lungo percorso umano e intellettuale.

di Roberto Antonini

Consulta il dossier dedicato a Noam Chomsky nel Canale Cultura

Fonte: https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/laser/Happy-Birthday-Dr.-Chomsky-11203281.html


  • -
Happy Birthday Dr. Chomsky

Happy Birthday Dr. Chomsky

90 anni compiuti il 7 dicembre, Noam Chomsky rimane forse il più noto e più influente intellettuale a livello mondiale. In occasione del suo compleanno, il grande linguista e politologo ha concesso un’intervista a Roberto Antonini in cui affronta alcune delle grandi questioni della nostra epoca: ambiente, disuguaglianze, crescita del sovranismo e dei nazionalismi, i gilet jaunes francesi, il Medio Oriente, il ruolo degli intellettuali in un mondo dominato dall’immediatezza, dai social, dalla superficialità in rete. Dopo anni al MIT di Boston, Noam Chomsky è andato a vivere in Arizona. Non insegna più ma rimane molto attivo nel campo dell’analisi politica, con posizioni molto profilate e inevitabilmente anche controverse. Non mancheranno anche riflessioni biografiche sul suo lungo percorso umano e intellettuale.

di Roberto Antonini

Consulta il dossier dedicato a Noam Chomsky nel Canale Cultura

Fonte: https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/laser/Happy-Birthday-Dr.-Chomsky-11203281.html


  • -
Io l'8 Ogni Giorno

Io l’8 Ogni Giorno

Siamo un gruppo di donne, apartito e aconfessionale, che lotta contro le discriminazioni di genere, contro il patriarcato e per costruire una società migliore per tutte e tutti.

Il nostro è un femminismo intersezionale, che vuole battersi per l’emancipazione di tutte le donne e non solo di una minoranza di noi.

  • Lottiamo contro la violenza maschile in tutte le sue forme.
  • Lottiamo contro le discriminazioni di genere, contro gli stereotipi sessisti.
  • Lottiamo nel mondo del lavoro.
  • Lottiamo nelle scuole.
  • Lottiamo nella sfera privata.
  • Lottiamo nelle strade.

  • -

Presenza femminile nelle commissioni e nei gruppi di lavoro

Nel 2015 la Cancelleria dello Stato, tramite la Delegata per le pari opportunità, ha lanciato una campagna per favorire la partecipazione femminile nelle commissioni e nei gruppi di lavoro extraparlamentari del Canton Ticino. Le commissioni e i gruppi di lavoro extraparlamentari sono gruppi composti da specialiste e specialisti, che hanno il compito di consigliare e aiutare i politici a prendere decisioni su temi molto specifici che riguardano tutti i settori dell’Amministrazione cantonale. La loro istituzione avviene su decisione del Consiglio di Stato, che nel 2019 dovrà procedere al loro rinnovo sostituendo i membri uscenti e coloro che hanno accumulato 12 anni di attività.


Social