In occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani (10 dicembre) e per segnare la fine della campagna ONU 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere partita il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne), Fondazione Diritti Umani e Amnesty International pubblicano la traduzione in italiano del Rapporto della società civile sull’applicazione della Convenzione di Istanbul in Svizzera. Il Rapporto curato dalla Rete Convenzione di Istanbul, presentato il 5 luglio 2021 (comunicato stampa in francese), raccoglie le principali critiche e richieste delle organizzazioni della società civile che, nel nostro paese, sono impegnate sul campo evidenziando la necessità di agire.
La Convenzione di Istanbul (CI), Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, è entrata in vigore in Svizzera il 1 aprile 2018. Come Stato firmatario la Svizzera riconosce che i rapporti di forza ineguali tra i generi sono una delle cause principali della violenza contro le donne e che i rapporti gerarchici tra i generi sono mantenuti da questa violenza. La Svizzera ha pubblicato il proprio primo rapporto ufficiale sull’applicazione della CI, il 18.6.2021. La società civile ha pubblicato il proprio rapporto ombra il 5 luglio 2021: da oggi questo è disponibile anche in italiano (link online).
La ratifica della CI ha permesso la creazione di una importante rete di scambio e collaborazione tra le organizzazioni non governative (ONG) e i servizi della società civile che si occupano di lotta contro la violenza. La Rete Convenzione di Istanbul conta poco meno di cento servizi e ONG attivi nei settori della violenza, dell’uguaglianza di genere, LGBTQIA+, della disabilità, della terza età, dell’infanzia, della migrazione/ asilo e dei diritti umani. Tra queste anche Amnesty International Svizzera e Fondazione Diritti Umani, quale unica organizzazione con sede principale in Ticino.
Le organizzazioni e i servizi parte della Rete Convenzione di Istanbul chiedono un’applicazione inclusiva e non discriminatoria della CI, in rispetto degli obblighi sanciti dall’articolo 4 della stessa. Nel proprio rapporto ombra la Rete denuncia come la Svizzera risparmi sulla protezione dalla violenza a scapito di determinati gruppi di vittime. Questi tagli, oltre ad essere chiaramente discriminatori, mettono in pericolo delle vite.
La Rete Convenzione Istanbul ritiene troppo limitante la definizione di “violenza domestica” e chiede l’ampliamento alla dimensione dell’“ambiente sociale immediato”. Questo permetterebbe considerare anche le persone che vivono situazioni di vita collettiva e assistita (come nell’ambito dell’asilo, della disabilità, della malattia, della terza età e dell’esecuzione delle pene). Per queste realtà la definizione di “violenza domestica” è insufficiente. Si evidenzia anche la mancata considerazione da parte della Convenzione della violenza digitale di genere, una forma di attacchi sempre più diffusa e pervasiva che va a colpire le vittime nello spazio privato, dove dovrebbero sentirsi più protette e al riparo da aggressioni.
La Rete auspica anche l’introduzione del termine “violenza sessualizzata” a coprire tutti gli atti non consensuali di natura sessuale: atti fisici, psicologici, verbali e sociali, che vanno dal contatto indesiderato allo stupro, dai commenti osceni al sexting.
L’attuazione della Convenzione da parte degli Stati firmatari è accompagnata dal monitoraggio del gruppo di esperti indipendenti GREVIO (Gruppo di esperti sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica). Il punto di partenza di questo monitoraggio è il primo rapporto ufficiale della Svizzera, pubblicato dal Consiglio federale il 18.6.2021.
Il secondo elemento centrale è un “rapporto alternativo” della società civile, pubblicato in italiano da Fondazione Diritti Umani in collaborazione con Amnesty International in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani. In Svizzera, questo documento è il frutto del lavoro della Rete Convenzione di Istanbul, che riunisce circa 100 ONG, servizi specializzati e altri attori della società civile. Questo rapporto ombra riunisce un rapporto principale congiunto e dei rapporti approfonditi delle singole entità. Con questa struttura è possibile raggruppare le richieste principali e presentare aspettative specifiche in modo differenziato.
Chi desidera riservare la versione cartacea del rapporto alternativo in italiano, la cui pubblicazione è prevista per inizio 2022, può scrivere a: info@fondazionedirittiumani.ch, indicando il numero di copie, al costo di 15.- franchi l’una.
Per informazioni e interviste:
Gabriela Giuria
Fondazione Diritti Umani, 079 444 42 81