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Settore tematico Polizia e giustizia del CSDU

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Settore tematico Polizia e giustizia del CSDU

Settore tematico Polizia e giustizia del CSDU

Il settore tematico Polizia e giustizia del CSDU si occupa dell’attuazione delle prescrizioni in materia di diritti umani nei settori polizia, detenzione e giustizia. La Convenzione europea sui diritti dell’uomo, il Patto ONU relativo ai diritti civili e politici o la Convenzione ONU contro la tortura sono solo alcuni dei numerosi trattati internazionali sui diritti umani che contemplano garanzie per la protezione dei diritti delle persone detenute, nel corso di un procedimento giudiziario o in occasione dell’esercizio del potere coercitivo dello Stato. Inoltre, la Svizzera è parte contraente di accordi europei e universali per la prevenzione della tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti, che prevedono lo svolgimento di inchieste da parte di organismi indipendenti. Istanze internazionali hanno più volte constatato in Svizzera problemi di attuazione delle prescrizioni in questione nei settori della polizia e della giustizia.

Il settore tematico Polizia e giustizia si occupa prioritariamente delle seguenti problematiche:

  • uso della forza da parte della polizia (uso di armi da fuoco, delega di compiti di sicurezza a privati, protezione giuridica in caso di maltrattamenti),
  • attuazione di condizioni di detenzione rispettose dei diritti umani (p.es. sovrappopolazione nelle carceri),
  • garanzia dei diritti procedurali,
  • attuazione degli obblighi in materia di diritti umani da parte della giustizia e in particolare possibilità per il singolo di appellarsi ai diritti umani in ambito economico, sociale e culturale (giustiziabilità).

Competenze

Il settore tematico Polizia e giustizia del CSDU è gestito dall’Institut für öffentliches Recht dell’Università di Berna. In possesso di comprovate competenze specialistiche nei settori prevenzione della tortura, esternalizzazione di compiti di polizia, riforma del sistema giudiziario e recepimento dei diritti umani internazionali nel diritto nazionale, l’istituto in questione si distingue per l’ampia attività peritale svolta per Confederazione, ONU e ONG; vanta un’esperienza pluriennale nella formazione continua in materia di diritti umani per gli operatori del settore e, grazie a queste attività, si è creato una vasta rete nazionale e internazionale.

Servizi

Il CSDU documenta e valuta sulla base di mandati la prassi di attuazione delle norme sui diritti umani in Svizzera, fornisce informazioni su standard e buone pratiche, elabora studi rilevanti per la prassi e orientati all’applicazione pratica, e offre formazione continua e consulenza. I suoi servizi sono rivolti ad autorità federali, cantonali e comunali, istituzioni private, imprese e società civile.

Responsabile

Articoli

Pubblicazioni

Informazioni di fondo disponibili su humanrights.ch 
(in francese e tedesco)

Fonte: http://www.skmr.ch/it/settori/polizia/index.html


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Organisation Mondiale Contre la Torture (OMCT)

Organisation Mondiale Contre la Torture (OMCT)

Créée en 1985, l’OMCT constitue aujourd’hui la principale coalition internationale d’organisations non gouvernementales (ONG) luttant contre la torture, les exécutions sommaires, les disparitions forcées et tout autre traitement cruel, inhumain ou dégradant. Avec près de 300 organisations affiliées dans le monde à son Réseau SOS-Torture et plusieurs dizaines de milliers de correspondants dans tous les pays, l’OMCT est le plus important réseau d’organisations non gouvernementales actives dans la protection et la promotion des droits de l’homme dans le monde.


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Comitato di Berna, Commentario giuridico critico sul progetto di modifica della legge sulla polizia [PDF]

Il Consiglio di Stato (CdS) propone una modifica della legittimazione per la propria legge sulla polizia per permettere indagini quando non c’è ancora sospetto di reato. O almeno, quella è l’idea in cui ci si muove quando si applica il diritto cantonale di polizia (diritto amministrativo) invece che il Codice di procedura penale. Esempi concreti sono le attività “a strascico” della polizia su internet che mirano a scovare se qualcuno vuole commettere un reato (tipica è la lotta alla pedofilia nelle chat room). La persona dall’altra parte dello schermo è infatti sconosciuta e non ha ancora fatto niente, non può quindi ancora esserci un sospetto…

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Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)

Da oltre 65 anni, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) tutela i diritti e il benessere dei rifugiati in tutto il mondo.

L’UNHCR è la principale organizzazione al mondo impegnata in prima linea a salvare vite umane, a proteggere i diritti di milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi, e a costruire per loro un futuro migliore, come evidenziato nel nostro statuto. Lavora in 127 Paesi del mondo e si occupa di oltre 60 milioni di persone.

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OIM - Organisation internationale pour les migrations

OIM – Organisation internationale pour les migrations

Fondée en 1951, l’OIM est la principale organisation intergouvernementale dans le domaine de la migration et travaille en étroite collaboration avec les partenaires gouvernementaux, intergouvernementaux et non-gouvernementaux. 

L’OIM travaille pour aider à assurer la gestion humaine et ordonnée des migrations, à promouvoir la coopération internationale sur les questions de migration, pour aider à la recherche de solutions pratiques aux problèmes de migration et de fournir une assistance humanitaire aux migrants dans le besoin, y compris les réfugiés et les personnes déplacées à l’intérieur. 

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Migration and Human Rights

Migration and Human Rights

An estimated 258 million people, approximately 3 per cent of the world’s population, currently live outside their country of origin, many of whose migration is characterised by varying degrees of compulsion. Notwithstanding that many migrant choose to leave their countries of origin each year, an increasing number of migrants are forced to leave their homes for a complex combination of reasons, including poverty, lack of access to healthcare, education, water, food, housing, and the consequences of environmental degradation and climate change, as well as the more ‘traditional’ drivers of forced displacement such as persecution and conflict.

While migration is a positive and empowering experience for many, it is increasingly clear that a lack of human rights-based migration governance at the global, regional and national levels is leading to the routine violation of migrants’ rights in transit, at international borders, and in the countries they migrate to.

While migrants are not inherently vulnerable, they can be vulnerable to human rights violations. Migrants in an irregular situation tend to be disproportionately vulnerable to discrimination, exploitation and marginalization, often living and working in the shadows, afraid to complain, and denied their human rights and fundamental freedoms.

Human rights violations against migrants can include a denial of civil and political rights such as arbitrary detention, torture, or a lack of due process, as well as economic, social and cultural rights such as the rights to health, housing or education. The denial of migrants’ rights is often closely linked to discriminatory laws and to deep-seated attitudes of prejudice or xenophobia.

In this context, OHCHR works to promote, protect and fulfill the human rights of all migrants, regardless of their status, with a particular focus on those women, men and children who are most marginalized and at risk of human rights violations. OHCHR promotes a human rights-based approach to migration, which places the migrant at the center of migration policies and governance, and seeks to ensure that migrants are included in all relevant national action plans and strategies, such as plans on the provision of public housing or national strategies to combat racism and xenophobia.

Source: Office of the High Commissioner for Human Rights


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Global compact for migration

Global compact for migration

The global compact for migration is the first, intergovernmentally negotiated agreement, prepared under the auspices of the United Nations, to cover all dimensions of international migration in a holistic and comprehensive manner. 

Today, there are over 258 million migrants around the world living outside their country of birth. This figure is expected to grow for a number of reasons including  population growth, increasing connectivity, trade, rising inequality, demographic imbalances and climate change. Migration provides immense opportunity and benefits – for the migrants, host communities and communities of origin. However, when poorly regulated it can create significant challenges. These challenges include overwhelming social infrastructures with the unexpected arrival of large numbers of people and the deaths of migrants undertaking dangerous journeys.

In September 2016 the General Assembly decided, through the adoption of the New York Declaration for Refugees and Migrants, to develop a global compact for safe, orderly and regular migration.

The process to develop this global compact started in April 2017. The pages in this section detail 18 months of consultation and negotiation, and provide the relevant documentation for each of the events.

On 13 July 2018 UN Member States finalized the text for the Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (Text available in all official languages).

The Intergovernmental Conference to Adopt the Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration  will be held on 10 – 11 December in Marrakech, Morocco.

Global Compact

The Global Compact for Migration is the first-ever UN global agreement on a common approach to international migration in all its dimensions. The global compact is non-legally binding. It is grounded in values of state sovereignty, responsibility-sharing, non-discrimination, and human rights, and recognizes that a cooperative approach is needed to optimize the overall benefits of migration, while addressing its risks and challenges for individuals and communities in countries of origin, transit and destination.

The global compact comprises 23 objectives for better managing migration at local, national, regional and global levels. The compact:

  • aims to mitigate the adverse drivers and structural factors that hinder people from building and maintaining sustainable livelihoods in their countries of origin;
  • intends to reduce the risks and vulnerabilities migrants face at different stages of migration by respecting, protecting and fulfilling their human rights and providing them with care and assistance;
  • seeks to address the legitimate concerns of states and communities, while recognizing that societies are undergoing demographic, economic, social and environmental changes at different scales that may have implications for and result from migration;
  • strives to create conducive conditions that enable all migrants to enrich our societies through their human, economic and social capacities, and thus facilitate their contributions to sustainable development at the local, national, regional and global levels.

The list of the 23 objectives can be found in paragraph 16 of the Global Compact for Migration.

Fonte: https://refugeesmigrants.un.org/migration-compact


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Segreteria di Stato della migrazione SEM

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) attribuisce grande importanza alla tutela e ai diritti dei migranti e dei rifugiati nelle regioni di provenienza e di transito. In questo spirito, la SEM sostiene Stati di prima accoglienza e di transito, come per esempio gli Stati limitrofi della Siria nonché Stati del Corno d’Africa e dell’Africa settentrionale. 


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Scheda informativa della Confederazione su Schengen e Dublino [PDF]

L’Accordo di associazione a Schengen agevola la mobilità tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) grazie all’abolizione dei controlli delle persone alle frontiere interne e migliora la cooperazione internazionale in materia di giustizia e polizia nella lotta contro la criminalità. L’Accordo di associazione a Dublino garantisce che le richieste di asilo siano esaminate da un solo Stato nello spazio Dublino definendo i criteri che stabiliscono la competenza nazionale. In tal modo consente di evitare che i richiedenti l’asilo siano rinviati da uno Stato all’altro oppure che, dopo il rifiuto della loro richiesta, non ne presentino una nuova in un altro Stato membro del sistema Dublino.

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